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Editoriali

taxi 1 2015 02 25

Che la liberalizzazione dei servizi fosse una politica difficile da realizzare in un’Italia corporativa e protezionista, lo si sapeva. Che addirittura essa si concretizzasse in termini opposti a quanto i cittadini auspicavano, era proprio difficile immaginarlo. Eppure a Roma con i tassisti è successo proprio questo. Dopo una trattativa che dura da 16 mesi, il Comune ha promesso di concedere al servizio taxi un aumento del 18% delle tariffe (già alte rispetto ad altri Paesi europei), sia in città che fuori raccordo, dove il tassametro corre molto più veloce, e addirittura la maggiorazione di 2 euro sulle medesime se si sale in taxi alla stazione Termini. In cambio di che? Molto poco: una promessa da parte del Comune di emettere altre 500 licenze in tempi non definiti.

 

 

E’ vero che qualche mese fa il Sindaco di Roma ha concesso 1000 nuove licenze, ma non ha ottenuto l’installazione sulle macchine del satellitare, funzionale a dare maggiori certezze al cittadino circa l’effettiva circolazione dei mezzi nei turni. Tra le altre proposte non accettate dalla categoria, la tariffa fissa nella ZTL del Centro Storico (6 Euro). Qualche vantaggio in realtà è stato ottenuto, grazie all’intervento di Cittadinanzattiva. Ad esempio, uno sconto per le donne sole dalle 21 alle 2 e per le corse da e per gli ospedali. I tassisti hanno anche le loro ragioni per opporsi: hanno dovuto pagare fior fior di quattrini per acquistare le  vecchie licenze e chiedono da tempo un maggiore snellimento della circolazione e più corsie preferenziali. Non sono però questi buoni motivi  per bloccare le liberalizzazioni e danneggiare i cittadini.

Una delle ragioni delle difficoltà a superare questo corporativismo risiede nello scarso credito che si dà ai cittadini e alle loro organizzazioni da parte delle istituzioni. L’esempio è rappresentato proprio da questo caso di Roma. Cittadinanzattiva è presente nella Commissione consultiva istituita sul tema dal Comune, nella persona di Giuseppe Scaramuzza, Segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio, e questo è un fatto sicuramente positivo. Con questo ruolo ha avanzato proposte per il miglioramento del servizio, alcune delle quali sono state recepite dal Sindaco. Ha sempre manifestato pubblicamente la sua contrarietà agli aumenti delle tariffe e chiesto una effettiva ed immediata attuazione di quanto previsto dal Decreto Bersani. Si è battuta per la eliminazione della doppia tariffa, urbana ed extraurbana. Ha realizzato il monitoraggio del servizio raccogliendo le segnalazioni dei cittadini sui disservizi, rendendone pubblici i risultati, che parlano di lunghezza delle attese, costi troppo elevati del servizio, mancato rilascio delle ricevute e presenza di barriere architettoniche. 
Allora, come mai ci si trova a contare ben poco quando poi si deve decidere? Una delle ragioni è sicuramente rappresentata dall’irrilevanza che il nostro sistema politico assegna al punto di vista dei cittadini e alle potenzialità di cambiamento che da questo fronte possono emergere per rinnovare il Paese. Ci si comincia a credere, ma ancora veramente troppo poco. Per inciso e a dimostrazione, nella Commissione con i tassisti la proporzione tra organizzazioni di cittadini e categoria è di 2 a 25, con una evidente sproporzione di forze ai danni degli utenti del servizio. A quando una maggiore fiducia nei cittadini?
La scorsa settimana in questo punto abbiamo parlato dei nuovi spazi che si stanno aprendo per i cittadini; la doccia fredda dei tassisti ci fa capire che si tratta solo di un buon inizio. L’importante è non demordere!

Teresa Petrangolini
Segretario generale di Cittadinanzattiva

 

 

Redazione Online

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