Come certamente molti di voi ricorderanno è stato nella città di Roccella Jonica che, due anni fa, il nostro Movimento ha profuso il suo massimo impegno verso i gravi problemi che la nostra Regione vive: la scelta di celebrare qui, in Calabria, il Congresso nazionale di metà mandato fu la testimonianza di quanto Cittadinanzattiva è consapevole della drammatica situazione, dal punto di vista socio-economico, e di quanto poco i cittadini calabresi siano garantiti sul terreno della legalità.
La massiccia presenza della criminalità organizzata è testimoniata dalle estorsioni, dagli attentati ai piccoli e grandi imprenditori o ai beni di semplici cittadini di cui giornalmente abbiamo notizie nei resoconti degli organi di stampa. Il cittadino calabrese, indipendentemente dalla sua posizione sociale o dall’attività economica che svolge, è comunque costretto a vivere in balia della grande e piccola criminalità. Io non so dire quale di queste azioni criminali produce gli effetti più negativi: certamente, in generale, gli attentati contro le imprese e il rischio di chiusura delle stesse, danno un duro colpo alla già fragile economia calabrese, ma non meno nocivo è il danno prodotto alle persone quando sono colpite nei piccoli beni personali: penso ad esempio alle quotidiane estorsioni alle quali il cittadino è sottoposto, al danno che il furto della propria autovettura gli procura quando egli non vuole o non può soggiacere al ricatto di pagare per riaverla e la stessa gli viene incendiata.
È certo, però, che da questa drammatica realtà ad uscirne sconfitti, per i cittadini calabresi, sono i concetti di legalità e di giustizia, e i cittadini calabresi complessivamente sono succubi, malgrado i positivi risultati ottenuti, negli ultimi tempi dalle forze dell’ordine. Si vive in una regione dove la malavita organizzata, per affermare la propria forza nei confronti di chi si oppone ai suoi disegni criminali, non esita a colpire anche al cuore delle istituzioni e mi riferisco in questo caso all’assassinio del vice presidente del consiglio regionale, Onorevole Fortugno.
Anche questo barbaro omicidio ci dà la dimensione di quanto grande e devastante sotto l’aspetto socio-economico, ma soprattutto umano, sia per noi la questione della sicurezza e della legalità. Aver tenuto qui il nostro Congresso nazionale ha significato tenere accesi per cinque giorni i riflettori per richiamare l’attenzione delle forze politiche e del governo su questa drammatica situazione, affinché pongano in essere tutte le azioni mettendo in campo o rafforzando gli strumenti necessari per porre fine allo stato di insicurezza e di degrado in cui si trova la Calabria.
Da parte nostra, abbiamo dato e continueremo a dare un contributo concreto, con delle proposte, che portino al cambiamento di questa realtà attraverso il coinvolgimento dei cittadini incitandoli a partecipare attivamente alla gestione della cosa pubblica. […] Il lavoro prodotto in questi anni ha fatto crescere qualitativamente e quantitativamente il movimento determinando una maggiore capacità di attrazione e di attenzione verso le nostre proposte da parte dei cittadini, che sempre più si rivolgono a noi non soltanto per chiedere la tutela dei loro diritti, ma anche iscrivendosi alla nostra associazione. […]
Un altro importante momento per il nostro movimento è dato dall’attenzione con cui le istituzioni guardano al nostro lavoro, attenzione che, in tanti casi, è diventata momento di collaborazione anche attraverso la sottoscrizione di protocolli.
Il seguente pezzo sulla legalità è stato
estrapolato dall'intervento di Ludovico Criserà, segretario regionale di Cittadinanzattiva, durante i lavori del Congresso
della Calabria, ed è scaricabile integralmente
nella sezione del sito dedicata ai congressi regionali. Scegliamo questo
inciso perché ancora una volta ci interessa focalizzare il punto sulla
legalità, tema già affrontato durante il Congresso di metà mandato "Casa
Nostra! Il ruolo dei cittadini nella lotta per la legalità" tenutosi a Roccella
Jonica nel 2006. Questo perché ci interessa sottolineare ancora una volta la necessità che
i cittadini si sentano sempre di più padroni in casa propria quando accedono ai
servizi, interagiscono con le istituzioni, si mobilitano per la qualificazione
del proprio territorio, insomma, siano sempre più "Non più ospiti ma padroni di casa della Repubblica"