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Editoriali

obama 2015 02 25

In queste ore sono arrivate notizie allarmanti circa la necessità di riportare alla Camera dei Deputati USA i provvedimenti di Obama sulla sanità. Siamo certi che sia solo un colpo di coda per ottenere qualcosa in cambio. Quello che sta per accadere è veramente un grande cambiamento, di qui gli intoppi e gli ostacoli. 32 milioni di americani avranno una copertura sanitaria che non avevano, il 95% dei 300 milioni di cittadini statunitensi avranno diritto a curarsi. Questo provvedimento permetterà ai giovani fino a 26 anni di restare sotto la mutua dei genitori e agli anziani di vedersi pagate le medicine senza interruzioni; garantirà una polizza ai malati cronici e a chi ha problemi di salute preesistenti; impedirà infine alle mutue di scaricare chi si ammala.

Al di là dell'entusiasmo di tutti noi, soprattutto di chi come Cittadinanzattiva si batte da 30 anni per l'affermazione e la tutela dei diritti del malato, ciò che ci deve interrogare è il modo in cui questa rivoluzione ha preso piede.

 

 

Nelle precedenti amministrazioni si era già tentato di fare una riforma che contenesse lo strapotere del sistema assicurativo privato. Ultimo ci aveva provato Bill Clinton con una ipotesi di riforma che è stata bloccata sul nascere dal Parlamento americano. Perché Obama ce l'ha fatta? Per il suo fascino e la sua capacità di trascinamento? Per la bravura di Nancy Pelosi, presidente dei deputati USA? Perché si è ceduto su alcuni punti, tra i quali la copertura delle spese per l'aborto? Sicuramente questi fattori hanno inciso, ma la ragione principale sta in altri aspetti: la concretezza, la rinuncia alla pretesa di fare una grande riforma e soprattutto la scelta di mettere al centro di tutto le persone e i loro problemi. Obama ha agito non per cambiare radicalmente un sistema assicurativo privato, caro alla mentalità da "self made man" di ogni cittadino americano. Ha agito per risolvere un problema: come ridurre il numero di individui senza copertura sanitaria, come garantire un futuro sano e una cura certa a coloro che non hanno questa sicurezza. Oggi sono 46 milioni. Lui si è posto l'obiettivo di salvarne il maggior numero possibile ed è riuscito ad "includerne" per adesso più della metà.

 

Di questo pragmatismo e di questa intelligenza politica si è parlato pochi giorni fa, il 18 marzo, al workshop organizzato dall'Istituto Sant'Anna di Pisa su "Sistema Sanitario Italiano e Statunitense a confronto". Il professor Michael S. Sparer, della Columbia University, presente all'incontro, ha spiegato la filosofia che sta dietro alla politica di Obama: puntare all'obiettivo, adattandovi la metodologia e le strategie operative. Il presidente americano sa benissimo che il modello sociale europeo è inapplicabile nel suo paese e forse nemmeno lo condivide. L'importante però è garantire ai suoi concittadini la possibilità di curarsi nel modo migliore possibile. Ci ha provato, ha dovuto ingoiare qualche rospo, ma alla fine ci sta riuscendo. Auguri al Presidente Obama.

 

Teresa Petrangolini
Segretario generale di Cittadinanzattiva

Redazione Online

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