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FAQ

Cosa significa che il paziente è dimissibile perché la condizione clinica è stabile?
Per fornire una corretta informazione è opportuno ricordare quali sono i compiti dell’ospedale ed in particolare qual è il ruolo che svolge, nel complesso del sistema curante che il SSN offre.
L’ospedale infatti è un luogo dove vengono trattate le urgenze e curati i pazienti affetti da patologie allo stadio acuto.
Quando i medici considerano il quadro clinico del paziente ormai stabilizzato, quando escludono qualsiasi rischio per la sua salute e ritengono sufficiente la presa in carico da parte dell’assistenza distrettuale, hanno facoltà di dimettere.

Cosa si intende per assistenza distrettuale?
Si intende l’attività di assistenza erogata sul territorio e ne fanno parte: l’assistenza sanitaria di base (medicina generale e pediatria di libera scelta), l’assistenza farmaceutica, le prestazioni specialistiche ambulatoriali, l’assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare e l’assistenza residenziale o semi residenziale (RSA, Lungodegenze, riabilitazioni ecc.)

Come comportarsi al momento delle dimissioni?
- Il cittadino può esigere un foglio di dimissioni
- Potrà richiedere copia della cartella clinica che ritirerà in un secondo momento, quando il responsabile del reparto o dell’unità operativa avrà verificato la completezza delle informazioni contenute e quindi chiuso la cartella clinica apponendo firma e timbro.
- Potrà inoltre chiedere i certificati necessari per il rapporto di lavoro (ormai online)
- Potrà esigere i farmaci utili per continuare la terapia nei giorni immediatamente successivi alla dimissione.

Novità!!
Cosa sono i certificati medici ondine per malattia? E cosa bisogna fare?
- Il medico (medico dipendente del SSN o in regime di convenzione) invia all’INPS il certificato di malattia compilando una semplice pagina WEB (oppure contattando un call center telefonico dedicato)
- L’INPS rende immediatamente disponibile il certificato al datore di lavoro (pubblico e privato), che può riceverlo tramite PEC oppure consultando il sito dell’INPS
- Il lavoratore può consultare i propri certificati tramite il sito dell’INPS (può comunque chiedere una copia cartacea al medico) oppure chiederne l’invio alla propria casella e-mail.
Ricorda! Il lavoratore non ha nessun altro obbligo di invio del certificato al datore di lavoro e all’INPS
- Il datore di lavoro (pubblico e privato) riceve immediatamente dall’INPS le attestazioni di malattia relative ai certificati ricevuti dal nuovo sistema

Quali informazioni deve contenere il foglio di dimissioni?
Il foglio di dimissioni viene rilasciato al cittadino al momento della dimissione da istituti di ricovero pubblici e privati. Esso deve contenere diverse informazioni riguardanti il ricovero ed in particolare: la diagnosi, gli esami eseguiti, i risultati, le cure effettuate e quelle consigliate. Rappresenta uno strumento utile al medico di famiglia che potrà proseguire con la cura più appropriata e programmare eventuali controlli ed approfondimenti.

I medici dicono che dimetteranno a breve senza fornire una informazione chiara e precisa sulle condizioni cliniche? I medici si sono mostrati poco disponibili alla comunicazione?
Prima di tutto è bene tentare un’operazione di mediazione con i sanitari della struttura ed in particolare con il primario del reparto, cercando di raccogliere maggiori informazioni sulla situazione clinica del paziente in dimissione.
Molto spesso infatti la nostra valutazione di gravità può essere influenzata da ragioni emotive e può non avere una reale corrispondenza con la valutazione clinica.
Facciamoci rassicurare dai medici, pretendiamo una informazione esaustiva e chiara!!!

Pensi che le condizioni di salute ed il contesto di vita del paziente in dimissione non siano state valutate a dovere? Temi che si tratti di una dimissione impropria? Cosa fare?
- Non firmare il foglio di dimissione; firmarlo equivarrebbe a dare l’assenso alla dimissione!!
- Compila il modulo per opporsi alle dimissioni forzate; consente di ritardare una dimissione imminente ed avviare una interlocuzione con la Direzione Sanitaria al fine di individuare una soluzione alternativa;
- Si può far intervenire il medico di famiglia per accertare le necessità persistenti di cure ospedaliere nonché le terapie e gli interventi ancora da effettuare eventualmente in ospedale. Tra i compiti del medico infatti c’è quello di accedere ai luoghi di ricovero dei propri assistiti. Inoltre è l’unico, oltre al paziente stesso, ad essere autorizzato a visionare la cartella clinica di un proprio assistito. Può quindi dare un riscontro obiettivo al caso e fungere da mediatore nella dimissione!!
- È possibile attivare l’assistente sociale al fine di trovare una soluzione adeguata anche in relazione a possibili problemi connessi al contesto sociale del paziente (indigenza, sfratto, difficoltà familiari, ecc) facendone richiesta alla direzione sanitaria. L’assistente sociale è una figura professionale di riferimento in queste situazioni ed è presente in molti ospedali, presso ASL e Comuni.

Non c’è stata attivazione da parte dell’ospedale nell’individuare una struttura idonea post dimissione?
È possibile sollecitare la direzione sanitaria affinché si adoperi ad esempio ad inviare fax ed a contattare strutture idonee al ricovero per il proseguimento della cura del paziente in dimissione.
Ricordiamoci che è compito dell’ospedale attivarsi nell’individuazione del percorso di cura più idoneo.

Il fenomeno delle dimissioni precoci…ma perché? La logica dei DRG
L’introduzione del sistema DRG ha completamente stravolto i meccanismi di ricovero ospedaliero. Prima erano frequenti i casi di degenze molto lunghe. Questo perché il Servizio sanitario nazionale rimborsava l’ospedale sulla base del numero di giorni trascorsi dal malato all’interno della struttura: più giorni significava un maggior introito.
Dal primo gennaio 1995 è stato introdotto il pagamento a tariffa fissa i DRG appunto. Si tratta di un sistema di finanziamento delle Aziende che prevede che venga rimborsato solo quanto effettivamente erogato, sulla base della specifica prestazione resa. Ad ogni DRG corrisponde quindi una tariffa che rappresenta la remunerazione del costo complessivo dell’assistenza prestata: più ricoveri oggi significa maggior introito. Ciò può spiegare il motivo per cui assistiamo sempre più frequentemente a dimissioni precoci!!

 

Una Sentenza della Cassazione interviene sulle dimissioni improprie…
Una recente sentenza della Corte di Cassazione n° 8254/11 ammonisce i medici stabilendo che possono essere chiamati a rispondere per omicidio colposo se dimettono troppo sbrigativamente dall’ospedale pazienti che poi subiscono eventi letali o conseguenze dannose per la salute.
La Sentenza di Cassazione recita: «a nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell’ammalato».

 

(ultimo aggiornamento: gennaio 2011)
FAQ realizzate grazie a "Tutela Online", con il contributo non condizionato di Celgene

Redazione Online

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