In 15 anni il costo dell’abbonamento mensile in media in Italia è cresciuto del 22%. Poche le tutele per chi è vittima di disservizi e i rimborsi Covid-19 non sono ancora stati attivati in un caso su tre.
A spendere di più sono gli umbri con 47,50€ al mese (+30% vs al 2005), a spendere meno sono i molisani con 25,13€ mensili e nessuna variazione rispetto al 2005. L’incremento più elevato negli ultimi 15 anni si registra in Calabria (+82,2%), a seguire la Sardegna con +50,7%.
La spesa media per l’abbonamento annuale è invece di 297€ (+18,8% rispetto al 2005); la tariffa più elevata si registra in Liguria (374€, +37% vs 2005), quella più bassa in Campania (201€, -3,4%). Fra i capoluoghi di provincia al vertice della top ten dei più cari troviamo Perugia con 55€ per l’abbonamento mensile e Alessandria con 473€ per quello annuale; i più economici sono invece Andria per l’abbonamento mensile (17,50€) e Vercelli per quello annuale (150€).
I dati sono resi noti nell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). L'indagine ha interessato le tariffe per il trasporto pubblico locale urbano applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2020 (e confrontate con quelle applicate nel 2005, primo anno di indagine), e ha preso come riferimento i seguenti titoli di viaggio: il biglietto ordinario a tempo, l'abbonamento mensile ordinario personale e l'abbonamento annuale ordinario personale.
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