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Il primo voto in Commissione Affari Costituzionali, alla Camera, sulla proposta di riforma della legge sulla cittadinanza ha riguardato gli emendamenti soppressivi di alcune delle forze politiche di destra che puntavano ad affossare l’intero provvedimento. Nel concreto, la proposta di legge che introduce lo ius scholae, elaborata dall’onorevole Giuseppe Brescia, prevede la possibilità per il minore straniero nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro il dodicesimo anno di età di acquistare la cittadinanza italiana a seguito di un percorso scolastico di almeno 5 anni in Italia. La proposta è stata subito inondata di emendamenti (ben 728) e, tra questi, alcuni si sono concentrati su conoscenze dettagliate su usi e tradizioni regionali, sagre tipiche e altri aspetti al limite del folcloristico.

Al momento la maggior parte di questi assurdi quanto strambi emendamenti, presentati per esercitare un forte ostruzionismo, è stata accantonata. L’obiettivo è di portare il provvedimento in aula entro maggio, così da permettere a Camera e Senato di discutere il testo prima della fine della legislatura. Approfondisci

 

Valentina Ceccarelli

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