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Dal 1° settembre a scuola non è più obbligatorio l’utilizzo della mascherina chirurgica o FFP2 se non nel caso di bambini e studenti con sintomi respiratori di lieve entità ed in buone condizioni generali che non presentano febbre, oltre al personale scolastico a rischio e alunni a rischio (I e II ciclo).
Tuttavia il quadro delle disposizioni potrebbe cambiare in caso di nuova ondata Covid. Così ha precisato il Ministero: “nell’eventualità di specifiche esigenze di sanità pubblica sono previste le ulteriori misure, che potrebbero essere implementate, singole o associate, su disposizione delle autorità sanitarie per il contenimento della circolazione virale e la protezione dei lavoratori, della popolazione scolastica e delle relative famiglie qualora le condizioni epidemiologiche peggiorino”.

Ancora dibattuto e non risolto il punto sulla ventilazione meccanica nelle scuole. Con DPCM del 26 luglio sono state diffuse le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici.

Le linee guida prevedono che il dirigente scolastico richiede alle Autorità competenti (Dipartimenti di prevenzione delle ASL e ARPA) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuazione delle soluzioni più efficaci da adottare in conformità alle presenti linee guida.
Sulla base degli esiti dell’attività il ds richiede all’ente proprietario dell’edificio di attivarsi per porre in essere gli interventi necessari.

Sulle linee guida è arrivata la bocciatura delle Regioni, che hanno definito il provvedimento inapplicabile e insostenibile. Le Regioni “hanno valutato impraticabile l’effettiva applicazione concreta delle Linee guida, con riguardo agli aspetti organizzativi che a quelli economici, oltre che ad una ravvisata illegittimità giuridica del provvedimento. Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, ritengono che allo stato attuale non vi siano le condizioni per assicurare il rispetto di quanto previsto dal DPCM”.

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Fabio Cruccu

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