Lo abbiamo raccontato anche con la nostra indagine "Ora parliamo noi", attraverso la quale abbiamo dato voce a 5713 giovani, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, nell'immediato post pandemia. Più della metà (58%) ha sottolineato che siano aumentate tra i loro pari le forme di disagio psico-fisico, ovvero sbalzi di umore, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, ma anche episodi di autolesionismo.
I dati diffusi dal Rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile, e rielaborati da Open Polis in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, confermano questa tendenza che sembra acuirsi, anzichè affievolirsi, con il passare del tempo: in particolare, nel 2021 si osserva un peggioramento nelle condizioni di benessere mentale specialmente tra i ragazzi di 14-19 anni. Il Report ricostruisce anche l'indice di salute mentale a livello regionale, per l'intera popolazione residente: nel 2021 sono due regioni del centro Italia, le Marche e l'Umbria, a registrare l'indice di salute mentale più basso, rispettivamente 65,3 e 65,4. Entrambe in calo rispetto all'anno precedente di poco meno di 3 punti.
A tutto questo come risponde il servizio sanitario nazionale? In Italia a livello pubblico abbiamo appena 3,3 psicologi ogni 100mila abitanti, come abbiamo evidenziato nel Rapporto civico sulla salute.