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A Treviso, nell'Istituto statale “Fabio Besta”, è stata inaugurata una particolare aula in cui alcuni “studenti-mediatori” propongono attività di mediazione ai litiganti per arrivare ad una soluzione pacifica e condivisa che tenga conto delle rispettive ragioni.
Il modello di riferimento è un progetto spagnolo che, in 5 anni, ha portato ad una diminuzione delle sanzioni disciplinari, con una diffusione della cultura della mediazione dei conflitti e della giustizia riparativa all'interno dei contesti scolastici. Attualmente sono stati formati 8 studenti delle seconde, terze e quarte in orario extrascolastico che hanno svolto un corso di 25 ore e una quindicina di docenti, che hanno seguito 30 ore di formazione.

Si tratta dunque di un'alternativa concreta ai tradizionali metodi per contrastare le liti e le reazioni aggressive tra studenti per superare le note e le sanzioni disciplinari, spesso inefficaci. L'iniziativa nasce per gestire i conflitti che possono generarsi all'interno delle classi ricorrendo ad uno spazio fisico e neutro dove gli "studenti-mediatori" incontrano le parti che confliggono tra di loro e, attraverso tecniche apprese, tentano di condurre insieme a loro un ragionamento e raggiungere un accordo che possa ridurre o dirimere le controversie tra i ragazzi coinvolti.
Soprattutto nel periodo post pandemia sono nati conflitti per cause banali, causati dalla mancanza di socializzazione nei ragazzi che tendono ad essere più irrequieti, meno solidali. La mediazione dei conflitti è dunque auspicabile per favorire un cambiamento a livello generazionale.

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Fabio Cruccu

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