Contribuire a definire alcune “linee guida” per un accesso alle cure e ai farmaci più agile, efficiente ed efficace, in particolare per semplificare le procedure e puntare al miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti, a cominciare da alcuni strumenti che sono stati implementati durante la pandemia. Questi gli obiettivi della Raccomandazione Civica “Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche. Focus sul grado di accesso alle terapie antivirali per la cura del Covid-19”, presentata da Cittadinanzattiva e frutto di un lavoro che ha coinvolto un board multi stakeholder composto da associazioni di pazienti e da professionisti sanitari.
Il documento - composto da 25 raccomandazioni civiche suddivise in 3 macroaree - segue la pubblicazione, lo scorso marzo, dei dati di un’indagine civica che ha fotografato anche l’accesso agli antivirali per la cura del Covid-19 negli ultimi 12 mesi. L’indagine ha svelato ad esempio, per quanto riguarda la sanità digitale, che la misura maggiormente implementata durante la pandemia - rispetto al periodo pre-covid - è stata la ricetta dematerializzata (per l’82,6% dei medici di medicina generale, l’84,8% dei rappresentanti delle società scientifiche e il 93,5% dei farmacisti interpellati); la consegna di farmaci e di dispositivi al domicilio del paziente non risulta ancora decollata rispetto al periodo antecedente alla pandemia, come ha confermato il 69,6% dei medici di medicina generale (ma solo il 16%dei farmacisti). Rispetto alle terapie antivirali contro il Covid-19 per i pazienti non ricoverati, il 47,8% dei medici di medicina generale, il 41,3% delle società scientifiche e il 54,3% dei farmacisti ritengono che le difficoltà di erogazione siano da rintracciarsi nei tempi ristretti tra l’accertamento della positività e quelli previsti per l’avvio della terapia.
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