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La scuola italiana, con docenti sottopagati e anziani, è al centro del rapporto Ocse “Education at a glance 2023” e conferma i nodi storici nel nostro Paese, con una fotografia che ci racconto dello scarso investimento in istruzione. Nel 2020, infatti, i paesi Ocse hanno speso in media il 5,1% del loro Pil per gli istituti di istruzione dal livello primario a quello terziario mentre in Italia la quota corrispondente era pari al 4,2% del Pil.
C’è poi la questione salariale. Nella maggior parte dei paesi Ocse gli stipendi dei docenti negli istituti pubblici aumentano proporzionalmente al grado di istruzione in cui insegnano e in funzione degli anni di esperienza. Se in media gli stipendi tabellari annui degli insegnanti della scuola secondaria superiore con 15 anni di esperienza sono pari a 53.456 Usd in tutta l’area Ocse, in Italia la retribuzione è di 44.235 Usd, pari a 32.588 euro. Inoltre tra il 2015 e il 2022 gli stipendi sono diminuiti in termini reali in circa la metà di tutti i paesi Ocse (il 4% in Italia).

Infine pesa il rapporto docenti-alunni: in media nei paesi Ocse si contano 14 studenti per ogni docente dei percorsi mentre in Italia vi sono 11 studenti per docente nei percorsi di istruzione secondaria superiore. Ultima questione riguarda l'età media degli insegnanti, che è piuttosto elevata: in Italia il 61% dei docenti dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale ha un’età pari o superiore a 50 anni, rispetto alla media Ocse del 39%, il personale docente è prevalentemente di sesso femminile nell’istruzione pre-primaria mentre nell’istruzione terziaria oltre il 60 % del personale è costituito da uomini.

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Fabio Cruccu

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