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Il 4 febbraio un giovane ragazzo di 22 anni, Ousmane Sylla, originario della Guinea, è stato trovato morto all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di ponte Galera, a Roma. Il tragico evento – riconducibile al momento ad un suicidio – ha dato luogo ad innumerevoli proteste da parte dei migranti presenti nel Cpr a causa delle condizioni di vita in cui sono costrette a soggiornare le persone fermate in attesa del rimpatrio.

Si tratta di una situazione molto critica già denunciata anche dal Garante a fine dicembre e la Procura di Roma ha avviato una indagine per istigazione al suicidio e per fare chiarezza su questa tragedia. Il Cpr di Ponte Galera da tempo si trova sotto la lente di ingrandimento, proprio come gli altri Cpr presenti in Italia: un sistema fallimentare in cui l'umanità e la legalità spesso vengono soppresse. Per saperne di più

Valentina Ceccarelli

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