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Con un focus dal titolo “L’accoglienza in Italia in assenza di una prospettiva”, la Fondazione OpenPolis evidenzia come la narrazione del fenomeno migratorio, così come la sua gestione, appaiano sempre più improntate ad una logica securitaria ed emergenziale, nonostante i numeri dicano che non si tratta affatto di una “invasione”. Le scelte governative, soprattutto le più recenti – come l’accordo siglato con l’Albania – continuano invece ad essere direzionate verso il potenziamento di Centri ancora più straordinari dei Cas, originariamente affiancati al sistema ordinario con il compito di gestire le variazioni più repentine e urgenti dettate dai flussi migratori.

La logica vorrebbe quindi che il sistema ordinario di integrazione e accoglienza (oggi noto come Sai) possa coprire gran parte delle necessità, lasciando a un sistema più elastico, quello dei Cas, la gestione delle restanti esigenze. Ma negli anni questa impostazione formale è stata continuamente smentita dai fatti: secondo il focus, infatti, a fine 2022 infatti il sistema di accoglienza ordinario copriva appena il 35,7% dei posti. Invece che investire sul Sai, il recente Governo è andato quindi in direzione diametralmente opposta, senza una giustificazione oggettiva considerati i numeri, con un approccio che non aiuta affatto a strutturare un modello di accoglienza virtuoso. Leggi di più

Valentina Ceccarelli

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