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Si stima che di fibromialgia soffrano almeno due milioni di connazionali, soprattutto donne e anche in giovane età, ma potrebbero essere molti di più perché spesso la malattia è ancora difficile da diagnosticare a causa dell'estrema variabilità dei sintomi e della mancanza di biomarcatori specifici. Eppure, ad oggi sono malati «invisibili» perché in Italia questa malattia reumatologica che si caratterizza per il dolore muscoloscheletrico diffuso, spesso invalidante, non è ancora riconosciuta: da anni i malati aspettano, invano, che la fibromialgia sia inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti, gratuitamente o pagando il ticket.

Da qui la decisione dei volontari dell’Associazione italiana sindrome fibromialgica (Aisf) di iniziare lo sciopero della fame e della sete con modalità a staffetta, per non compromettere la salute.

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Claudia Ciriello

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