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Il "Movimento Settimana Corta" si affaccia sul panorama scolastico. L’obiettivo, secondo i promotori, è quello di avere una settimana scolastica più breve, dal lunedì al venerdì, per legge o contrattazione collettiva. In questo modo si punta a garantire a studenti, famiglie e personale scolastico due giorni di riposo continuativi nel fine settimana, allineandosi così agli standard di altri paesi europei. Secondo i fondatori, la riforma non solo non comporterebbe costi aggiuntivi, ma consentirebbe un risparmio sulle spese di gestione delle scuole il sabato (riscaldamento, elettricità), risorse che potrebbero essere reinvestite per migliorare la qualità dell’istruzione.

Si aggiungerebbe poi anche un risparmio per i cittadini, riducendo gli spostamenti casa-scuola a cinque giorni. Il Movimento, in una nota, sottolinea come l’idea della settimana corta si ispiri ai principi di grandi pedagogisti come Montessori, Dewey e Freinet, che promuovevano un approccio educativo basato sull’interazione con l’ambiente, la creatività e il tempo disteso, con pause frequenti per consolidare gli apprendimenti e recuperare le energie. I promotori evidenziano come l’Italia sia tra i pochi paesi al mondo, insieme a India e Pakistan, ad avere ancora alcune scuole aperte il sabato.

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Fabio Cruccu

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