Dal 2021 ad oggi sono documentati innumerevoli crimini e persecuzioni commesse nei confronti delle donne e delle persone Lgbtqi+ nel territorio dell’Afghanistan da parte del regime talebano. Le implicazioni sui diritti delle donne ma, anche, nei confronti della comunità Lgbtqi+ sono state finalmente riconosciute attraverso una decisione assunta recentemente dal procuratore capo della Corte penale internazionale che ha lanciato un forte atto d’accusa nei confronti dei talebani richiedendo l’arresto del leader supremo e del suo giudice capo perché ritenuti responsabili del crimine contro l’umanità di persecuzione di genere.
La decisione della Corte rappresenta dunque un passo fondamentale, un riconoscimento della gravità delle sistematiche violazioni dei diritti umani inflitte dal regime dei talebani e per certi versi inedito, poiché per la prima volta il crimine di persecuzione di genere diventa reato principale. La decisione per essere efficace richiede ora che i Paesi occidentali e i firmatari dello Statuto di Roma rinnovino il sostegno alla Corte e che vi sia l’impegno ed il sostegno da parte di tutti i leader mondiali. Approfondisci