La Commissione Europea e il Comitato Europeo per i Servizi Digitali hanno integrato il Codice di condotta volontario sulla disinformazione nel quadro del Digital Service Act, istituito nel 2018, quando i rappresentanti delle piattaforme online delle principali società tecnologiche e degli attori del settore pubblicitario si sono uniti in un’attività di autoregolamentazione su base volontaria contro la disinformazione, e rafforzato poi nel 2022, è adottato da un’ampia gamma di parti quali piattaforme on line, motori di ricerca, settore pubblicitario, fact-checking, organizzazioni della società civile ecc.
Questa integrazione renderà il codice un punto di riferimento per determinare la conformità delle piattaforme alla legge sui servizi digitali. I firmatari del Codice contro la disinformazione sono 42, fra gli altri Facebook, Instagram, LinkedIn, Bing, TikTok, YouTube e Google Search. Il Codice diventerà un parametro di riferimento rilevante per determinare la conformità al DSA in merito ai rischi di disinformazione per chi aderisce e rispetta i suoi impegni.
Su richiesta dei firmatari, la conversione del Codice entrerà in vigore il 1° luglio 2025, rendendone verificabili gli impegni a partire da tale data.
I principali impegni previsti dal Codice di condotta contro la disinformazione sono:
- la riduzione degli incentivi finanziari per chi diffonde disinformazione (demonetizzazione);
- la trasparenza della pubblicità politica con un’etichettatura che permetta agli utenti di riconoscerla;
- la riduzione gli account falsi;
- l’amplificazione basata sui bot;
- i deep fake malevoli e altri comportamenti manipolativi utilizzati per diffondere disinformazione.
Sono incentivate e potenziate le attività di utenti, ricercatori e comunità di fact-checking con strumenti migliori per individuare la disinformazione.