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Nel dibattito su una ridefinizione della medicina generale - che sta animando, forse in modo troppo pervasivo rispetto alle tante questioni aperte, il mondo della sanità - colpisce che il focus dell’attenzione riguardi esattamente la fine di un eventuale percorso di riforma, cioè la tipologia del contratto di lavoro. Quanti difendono il modello attuale sottolineano la scelta fiduciaria e la soluzione sartoriale di un medico che si adatta alle esigenze del paziente, piuttosto che timbrare il cartellino; quelli che propendono verso il modello della dipendenza puntano sulla continuità della presenza dei medici di medicina generale, che sarebbe garantita dalla loro disponibilità all’interno delle Case della comunità.

Continua a leggere l'articolo a firma di Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva

Claudia Ciriello

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