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Il recente briefing dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) “Circularity of the EU textiles value chain in numbers“, che analizza i dati più recenti disponibili sulla circolarità della catena del valore tessile dell’UE, ci restituisce un quadro del consumo di abbigliamento e tessili più alto che mai.

Ogni cittadino europeo compra 19 kg di tessuti l’anno: 8 kg di abbigliamento, 4 kg di calzature e 7 kg di prodotti tessili per la casa. Il dato cresce considerevolmente considerando che nel 2019 l’acquisto medio ammontava a 17 kg (tra il 2010 e il 2019, il consumo ha oscillato tra 14 kg e 17 kg). Questo comporta uno spreco di risorse oltre che un impatto negativo sul clima e sull’ambiente.

Il ruolo della fast fashion e delle tecnologie digitali
La crescita della fast fashion degli ultimi anni risulta strettamente correlata ad un aumento degli acquisti online, alla spinta esercitata dagli influencer sui social media e ai bassi costi di produzione dei tessuti sintetici che portano ad avere prodotti a costi molto bassi che vengono continuamente comprati e scartati, alimentando dunque la produzione continua di rifiuti tessili. Una visione dell'UE nella sua strategia sui tessili sostenibili e circolari è quella di allontanarsi dalla fast fashion verso prodotti migliori e più duraturi, con più riutilizzo e riciclaggio.

La strategia dell'UE per tessuti sostenibili e circolari riconosce la transizione digitale come un potenziale abilitatore per raggiungere resilienza e sostenibilità nell'industria tessile (CE, 2022). Pertanto, il sistema di produzione e consumo di prodotti tessili può diventare più efficiente in termini di risorse, trasparente e competitivo attraverso l'integrazione delle tecnologie digitali. I risultati benefici includono un design più innovativo, processi di produzione più intelligenti, un migliore abbinamento tra domanda e offerta, l'ottimizzazione delle catene di fornitura, la riduzione degli sprechi, nuovi modelli di business e una migliore gestione del ciclo di vita (ETC CE, 2025a).

Pressioni ambientali e climatiche
Le pressioni ambientali e climatiche che derivano dal consumo di prodotti tessili nell'UE rimangono elevate: nel 2022, infatti, i prodotti tessili si sono classificati in media al quinto posto tra le dodici categorie di consumi delle famiglie per utilizzo di materie prime, emissioni di gas serra e utilizzo di acqua e suolo.
Nel 2022, 234 milioni di tonnellate di materie prime (come petrolio, gas naturale e fibre di cotone) sono state utilizzate per produrre tutti gli indumenti, le calzature e i tessili per la casa consumati dalle famiglie dell'UE (ETC CE, 2025a), ovvero 523 kg a persona.

Sono stati inoltre necessari circa 5.300 milioni di metri cubi (m³) di acqua "blu" per produrre abbigliamento, calzature e tessuti per la casa acquistati dalle famiglie dell'UE nel 2022 ovvero 12 m³ a persona (ETC CE, 2025a). Infine per produrre i tessuti consumati dalle famiglie europee nel 2022 sono state necessarie superfici di circa 144.000 km², ovvero 323 m² a persona (ETC CE, 2025a).

I rifiuti tessili
Nel 2022, gli Stati membri dell’UE hanno generato circa 6,94 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, pari a 16 kg a persona. Nello stesso anno l’85% di tutti i rifiuti tessili delle famiglie non è stato raccolto separatamente ed è finito come rifiuto domestico misto finendo in discarica o inceneritore, da cui non può essere riutilizzato o riciclato.

La strategia tessile dell’UE
Per avere successo con la strategia tessile dell'UE, è necessario un cambiamento sistemico nel sistema tessile, muovendosi verso una qualità più elevata, un uso più prolungato, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio. Il nuovo modulo sui tessili dell'EEA Circular Metrics Lab avrà il compito di monitorare proprio questo aspetto.

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Martina Lalli

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