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Recentemente OpenPolis ha pubblicato un’indagine che analizza la vicinanza delle scuole a zone inquinanti e il loro accesso alla mobilità pubblica. Ad abbracciare e difendere i temi del cambiamento climatico sono soprattutto le nuove generazioni. I giovani, infatti, vivono sulla propria pelle il disagio e le preoccupazioni legate al futuro incerto della Terra. Negli anni è stato addirittura coniato un nuovo termine: l'eco-ansia, un termine utilizzato per riferirsi ad «uno stato d'inquietudine, senso di colpa, impotenza e depressione come conseguenza psicofisiologica di circostanze ambientali complesse» ed è sempre più impiegato per spiegare e definire lo stato di angoscia provato dai giovani sul tema.

Negli ultimi anni – si legge sul report di OpenPolis che parla proprio della priorità della questione ambientale tra le nuove generazioni - le mobilitazioni per il clima tra i più giovani hanno testimoniato l’importanza attribuita al tema. L’ordine di priorità emerso nell’indagine riflette questa tendenza di cui – dicono - è interessante indagarne le cause profonde».
Per questo motivo si sono chiesti se e come la preoccupazione verso le tematiche ambientali abbia condizionato e condizioni anche la percezione che ragazze e ragazzi hanno rispetto alla situazione del proprio territorio, nella vita di tutti i giorni. Il tutto a partire dalle scuole che frequentano quotidianamente che, secondo lo studio, influenzerebbero la percezione rispetto a quali siano le priorità su cui intervenire in una data area.
Nel farlo hanno analizzato due aspetti: la raggiungibilità delle scuole con mezzi alternativi all’auto e la vicinanza di queste a fonti di inquinamento. Informazioni che – attraverso l’analisi dei dati rilasciati dal ministero dell’istruzione – si riferiscono all’anno scolastico 2022/23.

In media, in Italia, quasi 9 edifici scolastici su 10 (89,3%) sono raggiungibili con mezzi alternativi all’auto privata. Una percentuale molto inferiore, pari al 2,4% degli edifici scolastici statali, è invece vicina a fonti di inquinamento atmosferico.

Incrociando quindi i due dati presi in esame dallo studio è possibile notare che la quasi totalità dei comuni della Calabria del nord est presenta dati incoraggianti che in molti casi superano la media nazionale. Fatta eccezione per Longobucco, Plataci, Terravecchia, San Giorgio Albanese, Mandatoriccio, Scala Coeli e Oriolo, tutti gli altri comuni rientrano in aree salubri, le cui scuole risultano agevolmente raggiungibili con i mezzi alternativi a quelli privati. Addirittura la maggior parte dei paesi presenta una percentuale di fonti di inquinamento in prossimità degli edifici pari allo 0% e una raggiungibilità alternativa del 100%.

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Fabio Cruccu

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