E' stato appena pubblicato il nuovo volume di Claudio Capitini, giornalista veronese con grande esperienza in campo sanitario. Il volume propone un’idea originale: usare il teatro come strumento per rinnovare la comunicazione tra operatori sanitari e pazienti. Il libro – pubblicato da Cultura e Salute Edizioni (Perugia) – non si limita a un’analisi teorica, ma costruisce un percorso concreto verso una medicina più umana, capace di rimettere il paziente al centro, anche nella narrazione della cura.
Sullo sfondo del difficile periodo post-Covid e di un sistema sanitario in trasformazione, Capitini invita a riflettere su una nuova modalità di relazione: non solo curare, ma comunicare la cura, facendo del paziente non uno spettatore, ma un protagonista sulla scena della propria salute.
«Voleva essere un manualetto, agile e flessuoso come un serpentello di fiume – scrive l’autore – ma mi ha preso la mano, diventando un corposo volume, rigoglioso e sinuoso come un fiume nelle cui acque sarà salutare immergersi». Un invito, dunque, a navigare in un territorio in cui la parola e l’ascolto diventano strumenti terapeutici, e dove – come ricordava Adorno – non esiste pensiero o azione che possa prescindere dalla sua comunicazione.