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vanessa kerrySu questo tema si è tenuto il 27 giugno a Roma presso la sede di Cittadinanzattiva un incontro con Vanessa Bradford Kerry, che, oltre ad essere la figlia minore dell’ex candidato democratico John Kerry, è un medico impegnato nel campo della promozione della salute nel suo paese e in campo internazionale.

Il seminario, copromosso con l’Ambasciata Americana, aveva come tema centrale, appunto, lo sviluppo di iniziative sanitarie finalizzate ad elevare il livello di salute della popolazione mondiale. La tesi principale che guida l’azione del Global Health Service Corps, associazione non profit promossa dalla Kerry, è che solo se ci si preoccupata della salute delle persone, a prescindere dal dove vivano, si può sperare di avere un livello più elevato di benessere del pianeta. E’ inutile illudersi che ognuno, ogni Paese, possa risolvere i suoi problemi sanitari chiudendo confini e disinteressandosi degli altri. Grandi movimenti, la stretta relazione tra popoli e fenomeni, fanno sì che solo una visione da “Global Health” possa essere vincente. La sottoutilizzazione dei programmi di salute come fattore di sviluppo economico, sociale e culturale crea grandi disparità, e facilita l’emergere di fenomeni negativi come il terrorismo, le epidemie, i conflitti e in generale i problemi legati alla sicurezza. Per questo è necessario sviluppare una partnership tra la medicina e la politica pubblica nazionale ed internazionale. In sostanza, la promozione della salute deve entrare a far parte di tutti i programmi di sviluppo, delle politiche di pacificazione nelle aree calde del pianeta e di riduzione della povertà e delle disuguaglianze.

Negli USA l’associazione sta lavorando per incrementare i fondi federali per iniziative di formazione, e per rafforzare il percorso professionale in Global Health. La stessa Vanessa Kerry insegna Global Health presso importanti Università e centri con la Harvard University e il Massachusetts General Hospital's Center for Global Health. Forse però l’aspetto più interessante dell’impegno di GHSC è la sua partnership con il Peace Corps per inviare medici educatori nei paesi in conflitto al fine di creare nuove generazioni di operatori sanitari  molto competenti con l’obiettivo di rafforzare i sistemi sanitari dei loro paesi. Non fare quindi assistenza ma lavorare sui giovani operatori sanitari e soprattutto incrementare lo sviluppo di un sistema di protezione e di cura al livello locale. Per aiutare i volontari GHSC provvede anche a dare supporto finanziario a chi parte per supplire ai periodi di perdita di stipendio e per supportare i programmi di missione.

In conclusione: se la salute è un fattore di sviluppo perché in Italia i tagli della finanza pubblica sono soprattutto in questa area e se bisogna pensare in modo globale, perché un federalismo sanitario che divide e aumenta le disparità di trattamento? Guardarsi intorno può aiutare a meglio tutelare i diritti dei cittadini!

Teresa Petrangolini

Redazione Online

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