Con il referendum del 1987 gli italiani votarono l’abrogazione di alcune norme necessarie alla costruzione di centrali nucleari, mettendo di fatto la parola fine allo sfruttamento dell’energia nucleare nel paese. A quella data però operavano, ed esistono tuttora, quattro centrali e una serie di depositi nucleari che, negli anni hanno accumulato scorie radioattive. Scorie che continuano ad essere prodotte da processi industriali, attività di ricerca e di medicina nucleare.
Una direttiva europea del 2011 impone agli stati membri la costruzione di un deposito unico, da posizionare sul proprio territorio, che raccolga e metta in sicurezza tutti questi rifiuti, altamente pericolosi per l’ambiente e la salute. Lo stato italiano ha creato una S.P.A. pubblica, SOGIN, per gestire la dismissione delle centrali italiane, e per localizzare, progettare, realizzare e gestire il Deposito Nazionale.
Se ne è parlato all’interno della trasmissione “A Conti Fatti”, rubrica di EconomiaCristiana.it trasmessa da Radio Vaticana Italia, con Fabio Chiaravalli, direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin.