Superare la dicotomia tra il linguaggio tecnico del progettista e le necessità degli abitanti è da sempre l'obiettivo dell'architetto e ambientalista consulente di Italia Nostra e Cittadinanzattiva, Adriano Paolella.
Nel suo ultimo libro, "Partecipare l'Architettura" spiega perché riconoscere la capacità dell’azione diretta degli abitanti faciliterebbe il miglioramento delle condizioni insediative, la riduzione del “peso” ambientale e la ricomposizione di comunità equilibrate con luoghi e risorse.
"Costruire è un atto grandioso di cui non è lecito sottovalutare l’imponenza. Quello che gli architetti sono chiamati a fare è molto di più del mero atto edificatorio. Essi con il loro operato contribuiscono alla definizione del modo di abitare e quindi operano direttamente sulla qualità della vita
degli individui e delle comunità. Il costruire in questa accezione è una pratica che interagisce con ambiti tematici molto differenti: esso trasforma non solo lo spazio fisico (e non è poco) ma la qualità ambientale e culturale (il paesaggio) e sociale (il benessere degli individui e delle comunità), incide sulla salute, sulle relazioni sociali, su tradizioni e i comportamenti".
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