Chi l'ha detto che il condominio debba essere soltanto la sede di noiosissime riunioni e litigi? In alcune città e anche in piccoli comuni, la situazione sta progressivamente cambiando e si fa strada la pratica del condominio solidale, ovvero un luogo che non sia mera residenza ma punto di aggregazione e sostegno tra coloro che vi abitano. Oltre alla condivisione di spazi comuni, i cohousers svolgono a turno servizi utili per tutta la comunità di vicinato: dalla custodia dei bambini alla spesa domestica, dalla cura del verse all’assistenza di anziani o disabili.
Dunque il condominio solidale non è solo indicativo di un luogo (casa, spazio comune) condiviso ma soprattutto di una serie di servizi messi in comune per rafforzare la comunità, prevenire isolamento e emarginazione, abbattere i costi e migliorare la qualità della vita.
Le prime esperienze nascono in Danimarca all’inizio degli anni Ottanta, si diffondono poi in Australia, Canada e in alcuni paesi europei (Belgio, Germania, Olanda).
In Italia i primi casi si registrano al Nord, soprattutto Piemonte, Veneto, Lombardia. seguono Toscana e Marche. Ma adesso le esperienze, anche grazie ad alcuni bandi innovativi, potrebbero diffondersi anche al Sud.
A parlarne, nella trasmissione FuoriTG di Raitre, è stata Annalisa Mandorino, vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva, che ha evidenziato quanto la diffusione di questa pratica possa essere una risposta ai disagi sociali e alle difficoltà economiche di tanti cittadini, sorattutto donne sole, anziani e disabili, ma anche un esempio virtuoso per riutilizzare spazi e immobili abbandonati che tante amministrazioni locali potrebbero promuovere.
Rivedi la puntata di FuoriTG del 12 novembre.