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A dieci anni dal riconoscimento dell'Unesco come "Patrimonio Naturale dell'Umanità" la "cultura" delle Dolomiti rischia di scomparire, trasformata dal turismo di massa, stagionale e sempre più omologato agli standard della comodità "cittadina". Un dossier sottoscritto dalle maggiori associazioni ambientaliste italiane, mette in luce le contraddizioni tra le esigenze di sviluppo delle comunità montane dolomitiche e quelle naturalistico-culturali che rendono uniche queste vette alpine.

Franco Tessadri, presidente di Mountain Wilderness Italia, elenca i problemi e gli errori che si sono fatti in questi ultimi anni per favorire l'affluenza di massa a valli, passi e vette dolomitiche.

Dagli alberghi sempre più grandi e lussuosi, alla moltiplicazione degli impianti di risalita; dagli investimenti eccessivi in alcune località all'abbandono di altre sconfitte dalla concorrenza. La prospettiva delle Olimpiadi 2026, che si svolgeranno tra Milano e Cortina d'Ampezzo, preoccupa le associazioni che tutelano l'ambiente e le tradizioni, che temono il ripetersi degli errori di Torino 2006.

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Gabriele Renzi

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