Alla rimodulazione e chiusura dei punti di primo intervento e pronto soccorso, Cittadinanza Attiva risponde con un secco diniego. L’annunciata delibera che prevede la chiusura di 39 Ppi e di 9 Pronto Soccorso su scala regionale entro il prossimo 30 aprile “complica significativamente la vita delle nostra comunità”. A dirlo è il segretario regionale di Cittadinanzattiva, Matteo Valentino, e la coordinatrice regionale del Tribunale del Malato Stefania Palmisano.
“Tutto questo avviene senza aver dato voce ai cittadini che dovranno fare i conti con questa dura realtà. Infatti – commenta Valentino- è lo stesso Governatore Michele Emiliano ad annunciare, sempre attraverso i giornali, che la riforma prima di essere attuata verrà discussa con i medici e i sindaci dei territori interessati, oltre che con i sei direttori Generali delle ASL. Che fine ha fatto la tanto proclamata legge sulla Partecipazione? Perchè non sentire il mondo dell'Associazionismo?”.
“Tutto questo comporterà il collasso dei già affollati Pronto Soccorso senza considerare poi le conseguenze che un tale provvedimento avrebbe su quelle zone, si pensi al Gargano e al Salento che nel periodo estivo vedono un incremento esponenziale delle presenze”, prosegue il segretario regionale di CittadinanzAttiva.
A mancare, prima di tutto, sarebbe la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza affiancata dal potenziamento dei servizi territoriali. Il tutto con disguidi importanti per l’utenza.
“Spesso i cittadini si rivolgono al pronto soccorso perché (specie nei fine settimana o nei giorni festivi o di sera), non c’è un’alternativa valida sul territorio. Viene meno la reale presa in carico del paziente tra i servizi territoriali. Non si può pensare alla chiusura pensando ai soli dati numerici ed economici non tenendo conto di una rete territoriale che non funziona”, specifica la referente regionale del Tribunale del Malato, Palmisano.
“Tutta la partita dovrà garantire un miglioramento sostanziale dell'assistenza ai cittadini, di cui più volte abbiamo sottolineato le principali criticità, con particolare riguardo alle cronicità, senza alcun aggravio di costi, compartecipazioni, ticket a carico dei cittadini. Un fenomeno da scongiurare è quello per cui dietro il provvedimento ci sia il nulla per i cittadini, come avviene per le delibere su PDTA e reti cliniche che, realizzati senza un sistema informatizzato, integrato e interoperabile e senza aver informato i cittadini, restano sulla carta”, aggiunge Palmisano.
“E’ fondamentale che in questi processi decisionali i cittadini siano parte attiva e non solo passivi terminali di scelte calate dall’alto”, conclude Matteo Valentino.