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giulio regeni

Sono trascorsi quarantasei mesi dal rapimento di Giulio Regeni, il ricercatore italiano all’università di Cambridge, al Cairo. Solo nove giorni dopo il suo corpo fu ritrovato, abbandonato sul ciglio della strada che dal Cairo corre verso Alessandria: un corpo senza vestiti, che riportava i segni di brutali torture. Ancora oggi la sua famiglia è alla ricerca della verità e dell’aiuto da parte di chiunque possa conoscere i dettagli della vicenda ma non osa parlare.

Nasce per questo Regenifiles, una piattaforma dove chiunque, in modo anonimo e sicuro, potrà inviare informazioni o documenti utili all’accertamento della verità sull’omicidio di Giulio Regeni. La piattaforma è progettata in modo tale che le segnalazioni giungano direttamente e in maniera assolutamente anonima ai legali della famiglia Regeni, come già sperimentato dall’Autorità nazionale italiana anticorruzione (Anac) che ha utilizzato questa piattaforma per raccogliere le segnalazioni dei whistleblower in materia di anticorruzione.

La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati cinque agenti della National security, coinvolti nel sequestro, ma sono decine le persone che hanno indagato illegalmente e strumentalmente su Giulio, quando era ancora vivo. E che probabilmente lo hanno visto quando era detenuto illegalmente, poco prima di essere ucciso. Leggi di più su www.repubblica.it

 

Valentina Ceccarelli

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