Sei milioni di persone fuggono ogni anno dalle proprie case. Sono profughi fantasma senza tutele, né protezioni. Li chiamano "rifugiati ambientali": uomini e donne invisibili alle leggi e alle convenzioni internazionali, vittime di calamità naturali e cambiamenti climatici in fuga dal loro Paese per quella che definiscono “l’emergenza del secolo”, perché entro il 2050 saranno 200-250 milioni.
Il pericolo? È che questo popolo resti trasparente agli occhi delle leggi internazionali: infatti la Convenzione di Ginevra non riconosce loro lo status di rifugiato. E così, oggi, chi scappa dalla guerra può chiedere asilo, chi fugge da fame o sete resta senza diritti. I numeri sono impressionanti: secondo il Centre for research on the epidemiology of disasters, negli ultimi 20 anni sono state distrutte da catastrofi climatiche 87 milioni di case. Le migrazioni ambientali sono in gran parte migrazioni interne: solo nel 2015 il numero di sfollati per calamità naturali è stato 19,2 milioni in 113 diversi Paesi.