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Cittadinanzattiva su campagna vaccinale in Alto Adige: scorretto parlare di obiezione di coscienza. “Chiediamo che gli operatori che non si vaccinano non entrino in contatto con i pazienti”.

Appare sconfortante la situazione che si sta verificando in Alto Adige, dove la Provincia Autonoma ha dichiarato di aver modificato la strategia vaccinale a seguito dell'alto numero di operatori sanitari che si sono rifiutati di effettuare il vaccino. Chi tra gli operatori sanitari si rifiuta di sottoporsi al vaccino non sta esercitando una forma di "obiezione di coscienza", perché non si capisce in che senso sottoporsi al vaccino a tutela della salute individuale e collettiva possa essere un atto considerato in contrasto con principi e convinzioni personali radicati nella propria coscienza.

In una situazione come quella attuale, con le difficoltà che i cittadini del nostro Paese stanno vivendo, il mondo del lavoro in affanno, i malati ordinari esclusi dalle cure, le scuole chiuse da quasi un anno, la coscienza suggerisce, al contrario, di contribuire attraverso il vaccino alla tutela della salute di ciascuno di noi e della collettività e a un operatore sanitario, in particolare, di rassicurare attraverso il proprio esempio i cittadini sulla sicurezza e l'efficacia del vaccino. In assenza di una norma che renda obbligatorio sottoporsi al vaccino per gli operatori sanitari, cosa che ci auguriamo resterà superflua in virtù del senso di responsabilità che ispirerà le scelte della maggior parte di loro, non discutiamo sul rifiuto del vaccino da parte di questi operatori sanitari, ma chiediamo che a chi tra gli operatori sanitari scelga di non vaccinarsi sia impedito il contatto con i pazienti.

“Alle altre Regioni chiediamo di seguire la strada dell'Assessore altoatesino”, ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, vice segretario generale di Cittadinanzattiva, “rendendo noto non solo il dato aggregato relativo al numero di vaccini somministrati, ma anche l'andamento progressivo delle vaccinazioni, la strategia vaccinale che si sta utilizzando e di segnalare ai cittadini, che hanno il diritto di essere curati in sicurezza, in particolare, se vi siano criticità nel livello di adesione al vaccino degli operatori sanitari”.

Luana Scialanca

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