Tonino Aceti, responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato/Cittadinanzattiva, commenta il Decreto Appropriatezza:
"Il cosiddetto "Decreto appropriatezza" del Ministro Lorenzin ha una serie di criticità ma soprattutto un peccato originale. Vale a dire: una tra le misure individuate da Governo e Regioni per "declinare" il taglio lineare al Fondo Sanitario Nazionale di 2,352 miliardi per ciascuno degli anni 2015 e 2016 previsto nel Decreto Legge enti locali di agosto di quest'anno. E' chiaro quindi che il Decreto muova da un'esigenza e da ragionamenti che attengono alla dimensione economica. Ciò è confermato dal combinato disposto di due elementi fondamentali previsti nel Decreto, e cioè la tabella delle condizioni di erogabilità delle 208 prestazioni specialistiche a carico del SSN (vale a dire una vera revisione e compressione dei LEA), nonché le sanzioni economiche imposte ai medici qualora prescrivessero su "ricetta rossa" prestazioni al di fuori dei criteri stabiliti (riducendo il medico ad un vero e proprio funzionario amministrativo).
E' legittimo e dovuto chiedersi se e quanto il Decreto sia volto a garantire "appropriatezza economica-contabile-amministrativa" piuttosto che "appropriatezza clinica". Un dato è certo, e cioè l'appropriatezza clinica non si persegue "per Decreto" e con una tabella rigida che rivede il paniere delle prestazioni a carico del SSN, che standardizza a priori l'assistenza sanitaria e che non riconosce l'unicità di ciascuna persona."
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