Pubblichiamo il testo di una lettera che abbiamo ricevuto da una cittadina con deficit uditivi che racconta quanto sia insufficiente la copertura sanitaria per l'acquisto di apparecchi acustici. Nei LEA rientrano - completamente pagate dal Sistema Sanitario - le protesi impiantabili, ossia gli Impianti Cocleari (circa 20mila euro ad impianto) mentre non vi rientrano gli apparecchi acustici che negli ultimi decenni hanno visto uno sviluppo davvero straordinario, il cui costo può superare i 3000 euro.
La lettera:
"Buongiorno,
leggendo oggi sul notiziario Superando l'articolo di cui riporto un pezzo in calce alla mail (*) non posso non pensare al trattamento diseguale ed iniquo riservato a chi, avendo un grave/gravissimo deficit uditivo, ha bisogno di un ausilio per superare le barriere della comunicazione.
Nei LEA rientrano - completamente pagate dal Sistema Sanitario - le protesi impiantabili, ossia gli Impianti Cocleari (circa 20mila euro ad impianto) mentre non vi rientrano gli apparecchi acustici che negli ultimi decenni hanno visto uno sviluppo davvero straordinario, costando i più potenti adatti alle ipoacusie severe/profonde oltre 3mila euro cadauno. Per l'acquisto di apparecchi acustici la copertura sanitaria è completamente insufficiente, arrivando la ASL ad erogare a chi possiede un certificato di invalidità per sordità neanche un terzo della spesa necessaria per l'acquisto di apparecchi di ultima generazione, riconducibili per omogeneità funzionale a quelli presenti nell’elenco dei dispositivi.
Indossare apparecchi acustici non è come indossare occhiali per correggere un difetto visivo, non ci sono solo gli strumenti, ma anche la fondamentale assistenza tecnica, nella fattispecie audioprotesica, necessaria a tararli in maniera progressiva secondo le necessità della persona, variabili anche in rapporto all'età ed ai contesti di vita e di lavoro. Per veder garantito questo servizio mi ritrovo a pagare un'assicurazione annuale pari a circa 250 euro (mentre chi ha un impianto cocleare ha l'assistenza tecnico/sanitaria gratuita). Lasciando da parte il capitolo delle pile necessarie al funzionamento degli apparecchi, che sono per tutti a proprio carico (circa 80 euro all'anno).
Ci sarebbe poi da affrontare lo spinosissimo capitolo del collaudo delle protesi. Sapeste quanti ausili anche per l'udito finiscono nei cassetti... Denaro pubblico oltre che privato buttato fuori dalla finestra!
Personalmente ho la fortuna di potermi permettere la spesa necessaria ad acquistare apparecchi digitali endoauricolari ad alta potenza progettati e costruiti su misura per me, personalizzati anche a livello di software. Grazie a questi esco dal mondo del silenzio e vivo una vita autonoma ed indipendente, comunicando senza problemi con la parola. (*)
Ma incontro persone nella mia condizione di disabilità uditiva che simili apparecchi non se li possono permettere. E che quindi devono accontentarsi di soluzioni meno performanti.
So anche di chi ricorre all'Impianto Cocleare per il fatto che esso viene pagato totalmente dal sistema sanitario e gli apparecchi acustici no...
Che ingiustizie.
Vorrei poter approfondire tali questioni con chi potrebbe portare avanti l'istanza mia e di migliaia di persone in condizione simile alla mia.
In attesa di un vostro riscontro vi invio cordiali saluti,
Martina Gerosa"
(*) "Presieduta dal Ministro della Salute, si è insediata in questi giorni la Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e la Promozione dell’Appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale. Ne fanno parte rappresentanti del Ministero della Salute, di quello dell’Economia e delle Finanze, del Consiglio Superiore di Sanità, dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), dell’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e delle Regioni, con il compito di garantire il costante aggiornamento dei LEA, attraverso una procedura semplificata e rapida. «Ancora una volta – denuncia però Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva – i rappresentanti delle Associazioni dei cittadini e dei pazienti sono stati tagliati fuori dai tavoli istituzionali che prendono le decisioni che contano davvero in Sanità e che li riguardano in prima persona. Scorrendo infatti la lista dei componenti della Commissione, balza all’occhio che sono presenti solo i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali e alcuni esponenti del mondo sanitario». ...
(**) Un paio di link attraverso cui sapere qualcosa della mia storia:
www.partecipasalute.it/cms_2/node/1259
www.superando.it/2013/12/20/nellarcipelago-della-sordita/