A guardare le immagini, sembra una scuola bombardata. Ma a crollare è stato "solo" un tetto, all'improvviso, alle 7 di mattina di lunedì 14 maggio, prima che gli studenti entrassero a scuola. E' successo all'istituto tecnico industriale Montani di Fermo. Una delle prime ipotesi dei tecnici che hanno effettuato i sopralluoghi nella scuola è che, a causare il cedimento, potrebbero essere state alcune infiltrazioni d'acqua. Gli esperti stanno verificando anche la presenza di altri danni: tra le ipotesi c'è l'anzianità dell'edificio poiché il triennio ha sede nella parte più antica dell'istituto.“L’inadeguata manutenzione e l’incapacità di progettare e/o di accedere ai bandi esistenti, sono certamente responsabilità in capo a Comuni e Province, enti proprietari delle scuole, che non fanno abbastanza o che non riescono a stare al passo con le effettive necessità per mancanza di competenze o di risorse finanziarie. Oltre a ciò, individuare le scuole che versano in situazioni gravi e investire sui nuovi edifici restano ancora chimere perché l’Anagrafe nazionale risulta ancora non aggiornata, il programma per la costruzione di scuole nuove è stato ulteriormente rallentato a causa di irregolarità nel Bando, le verifiche di vulnerabilità sismiche sono ancora molto indietro". Così ha commentato Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva in un comunicato stampa.
"[...] sull’anagrafe degli edifici scolastici si gioca non solo il futuro edilizio della pubblica istruzione ma il diritto stesso dei nostri figli a studiare senza correre il rischio che cada loro in testa il tetto dell’istituto nel quale passano gran parte delle loro giornate", commenta Gian Antonio Stella in un editoriale sul Corriere della sera nel quale riporta molti dati e analisi di Cittadinanzattiva sulla questione.
Anche gli studenti fanno sentire la loro voce: "Da tempo denunciamo lo stato di insicurezza delle nostre scuole e da dopo il terremoto la situazione, anche al Montani, era sotto gli occhi di tutti".