«Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento. La didattica a distanza prevede infatti uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i quali l’insegnante possa restituire agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati, anche nel confronto con le modalità di fruizione degli strumenti e dei contenuti digitali – quindi di apprendimento – degli studenti, che già in queste settimane ha offerto soluzioni, aiuto, materiali. È ovviamente da privilegiare, per quanto possibile, la modalità in “classe virtuale”».
E' una delle tante indicazioni fornite dal Ministero dell'Istruzione nella nota con le indicazioni operative sulla disattica a distanza della quale molte scuole si stanno avvalendo in queste settimane di chiusura a causa dell'emergenza COVID-19.
È inoltre «compito del Dirigente scolastico, d’intesa con le famiglie e per il tramite degli insegnanti di sostegno, verificare che ciascun alunno o studente sia in possesso delle strumentalità necessarie»: la nota ricorda che i Centri Territoriali di Supporto (CTS), gestiscono l’assegnazione di ausili e sussidi didattici destinati ad alunni e studenti con disabilità e che oltre alle apparecchiature hardware, possono essere acquistati e concessi in uso anche software didattici.
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