Scuole all'aperto, didattica innovativa, nuovi spazi di apprendimento, comunità educante. Attorno alla scuola del post-covid si rincorrono temi ed esperienze che, rompendo il tradizionale schema che vedeva l'aula al centro della didattica, cercano di trovare soluzioni all'emergenza e nel contempo mostrare buone pratiche già in essere per un nuovo modo di fare scuola.
Nella scuola primaria Giovanni Pascoli di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, è stata da poco inaugurata la prima Aula Natura d’Italia, uno spazio scolastico particolare: niente banchi, niente tetto, ci sono invece uno stagno, tante piante officinali, una casetta di legno e un “condominio” per insetti.
Nei 18 plessi scolastici dell'Istituto Valle Versa (8 scuole d’infanzia, 6 primarie, 4 secondarie di primo grado), nell’Oltrepò Pavese, si fa scuola nei parchi e nei boschi, tutto l’anno. E se piove? Nessun problema: si ricorre a portici, strutture estive riconvertite, tensostrutture fornite dagli Alpini, tettoie.
A Bologna nasce nel 2016 la rete nazionale Scuole all'aperto, per promuovere l’idea di didattica outdoor in tutta la Penisola. “Abbiamo cominciato in modo molto informale, stendendo lenzuola sui prati, e oggi siamo capofila di un’esperienza sempre più diffusa e organizzata”, racconta al portale QuiMamme della RCS MediaGroup Filomena Massaro, fondatrice della rete e dirigente scolastico dell’IC12. La progettazione prevede ogni anno una fetta consistente di attività didattiche all’aperto, per le scuole primarie e secondarie. E quest’anno, a sostenere il progetto si sono aggiunte anche le quote per la prevenzione Covid stanziate dal Ministero.
A Vasto, in Abruzzo, grazie al progetto “InSabbiaMenti”, a cui hanno aderito due stabilimenti balneari, Lido Da Mimi e Trabocco Cungarelle, gli alunni di quarta e quinta della scuola primaria Madonna dell’Asilo fanno scuola in spiaggia, tra ombrelloni e sedie a sdraio.
A raccontare queste ed altre esperienze è il sito di QuiMamme. Per approfondire, visita il sito della rete nazionale Scuole all'aperto