L'indagine è rivolta ai medici; con l'obiettivo di conoscere cosa ostacoli o faciliti la relazione con i pazienti e, di conseguenza, cosa incida sull'aderenza alle terapie nella loro prospettiva.
Da una ricerca di Cittadinanzattiva emerge infatti che un paziente su dieci ha deciso di sospendere o non intraprendere una terapia, principalmente a causa dello scetticismo, perché la terapia aveva troppi effetti collaterali o non aveva prodotto i risultati sperati, o ancora perché le informazioni sulla terapia non erano state sufficientemente chiare.
“È l’occasione giusta per ascoltare dalla voce dei medici, se e quanto si sentano liberi nelle scelte prescrittive e quale sia l’impatto delle normative o disposizioni amministrative/aziendali nell’esercizio della pratica clinica quotidiana ed eventuali dissonanze rispetto al Codice deontologico", spiega Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato. "L’indagine permette anche di accogliere suggerimenti per il migliorare le cose: ad esempio nell’area dedicata alla Farmacovigilanza, si potrà indicare cosa può facilitare la procedura di segnalazione di eventi avversi”.
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