La I Valutazione civica di 9 Tribunali civili costituisce una novità nel contesto nazionale ed è il frutto di un progetto sperimentale condotto da Giustizia per i diritti con l'apporto della Agenzia per la valutazione civica di Cittadinanzattiva, in collaborazione con l'Associazione nazionale magistrati (ANM) e l'Associazione Dirigenti della Giustizia.
Per la prima volta i cittadini, adeguatamente formati, sono entrati nei Tribunali civili, per valutare la qualità del servizio reso, attraverso interviste ai dirigenti e osservazione diretta su ben 59 indicatori fra i quali ad esempio: presenza o meno di Urp e sito web del tribunale; cartellonistica e segnaletica informativa; informazione sui tempi di attesa; accessibilità locali; modalità di comunicazione del rinvio delle udienze; presenza di servizi di mediazione culturale; analisi dei reclami e provvedimenti seguiti agli stessi; rendiconto annuale delle attività e dei risultati; forme di consultazione e partecipazione delle organizzazioni civiche.
Il significato dell’iniziativa
La decisione di avviare un'iniziativa di valutazione civica nel settore giustizia costituisce una novità assoluta nel contesto nazionale; consente di guardare ai Tribunali come a un servizio pubblico, rispetto al quale i cittadini hanno il diritto di esprimere un proprio giudizio. L'obiettivo è quello di produrre valutazioni a partire dalle quali condividere possibili azioni e interventi di miglioramento direttamente con chi esercita un ruolo di responsabilità e di governo del Tribunale (il Presidente, il dirigente amministrativo) ma anche con i magistrati e gli operatori quotidianamente coinvolti nella gestione delle attività. Si tratta quindi di introdurre anche nel settore giustizia una visione nuova del ruolo dei cittadini, che possono costituire una risorsa per analizzare e migliorare i servizi, insieme - e non in contrapposizione - a chi vi presta il proprio impegno professionale.
Il punto di partenza, come esigenza sottesa a questa iniziativa, è la constatazione - suffragata dal lavoro consolidato negli anni da Cittadinanzattiva attraverso la propria rete Giustizia per i Diritti - di una qualità della giustizia "a macchia di leopardo", con situazioni di grave inefficienza e disagio per i cittadini. Ma anche la consapevolezza, già maturata in altri ambiti, che non possono verificarsi miglioramenti nella giustizia senza disporre di informazioni trasparenti ed attendibili sul funzionamento dei tribunali e sulla loro organizzazione interna.
Per questo l'iniziativa acquista anche un forte impatto simbolico. Per la prima volta un'organizzazione civica - e, dunque, il cittadino - entra nel sistema giustizia accedendo direttamente alle informazioni. Viene meno l'immagine del Tribunale come luogo inaccessibile, rispetto al quale il cittadino può solo porsi in situazione di dipendenza e accettazione passiva. Al di là del contenuto delle informazioni raccolte sulla struttura e sul funzionamento dei Tribunali, il fatto stesso di potervi accedere acquisisce un valore di per sé, come esercizio del diritto di partecipazione e come forma concreta di empowerment dei cittadini.
L'autonoma produzione di informazioni sul funzionamento dei Tribunali può consentire di ridurre lo stato di subalternità o di dipendenza da altri soggetti, nella conoscenza reale dei problemi e della qualità delle strutture e dei servizi. Già solo l'ambito dell'informazione e dell'accesso ai servizi del Tribunale (presenza degli Uffici Relazione con il Pubblico, utilizzo del web, Carte dei Servizi, segnaletica e logistica interna dei Tribunali, etc.) appare molto diverso se valutato dal punto di vista del cittadino, con criteri oggettivi e verificabili.
In generale, l'universo giudiziario non sembra essere oggetto, al pari di altri settori della Pubblica Amministrazione, di un obbligo di trasparenza e rendicontazione. I costi della giustizia non sono un'informazione disponibile o facilmente reperibile, ed è molto difficile per i cittadini formarsi un'opinione autonoma e fondata sul grado reale di efficienza dell'assetto giudiziario, sull'adeguatezza delle risorse, sui volumi di attività, sul grado di informatizzazione delle procedure o di diffusione di buone pratiche, etc.
Per questo avviare un'iniziativa di valutazione civica costituisce un primo e importante tentativo di consegnare direttamente ai cittadini il potere di produrre e diffondere informazioni e giudizi fondati sul sistema giudiziario, il potere di verificare alcuni aspetti significativi del funzionamento dei Tribunali (ad esempio l'accessibilità) e porsi come interlocutori nell'individuazione degli interventi utili a risolvere problemi, in una nuova prospettiva di accountability, trasparenza e rendicontazione.
Da Trieste ad Enna, passando per Alessandria, Milano, Modena, Cagliari, Napoli, Taranto e Lamezia Terme, i luoghi della giustizia sono finiti sotto la lente dei cittadini.
Nella sezione Approfondimenti è possibile scaricare il I Rapporto sulla Valutazione civica dei tribunali civili, presentato il 23 maggio 2012 a Roma presso la sala stampa del Senato.
Anno di realizzazione: 2011/2012
Per avere maggiori informazioni contatta Angelo Tanese:
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E' un'iniziativa realizzata in collaborazione con l'Associazione nazionale magistrati (ANM) e l''Associazione Dirigenti della Giustizia (ADG).