Domanda
Qualche anno fa ho ricevuto una diagnosi di infertilità, ma non sono riuscita ad intraprendere il percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, per via dei costi e dei tempi di accesso, entrambi eccessivi per me. Qualche mese fa, invece, ho letto che la PMA sarebbe stata inserita nei Lea, ma che vuol dire esattamente?
Con il Dpcm 12/01/17 il Servizio Sanitario Nazionale riconosce come erogabili ai cittadini le prestazioni relative alla Procreazione Medicalmente Assistita: ciò vuol dire che i cittadini possono adesso accedere a queste prestazioni nella medesima maniera in cui richiedono e ottengono anche tutti gli altri servizi sanitari o assistenziali erogati dal sistema pubblico. Ogni Regione, a seguito anche delle indicazioni contenute nella legge quadro del settore, cioè la legge 40/04, ha disposto delle procedure e dei costi specifici per le prestazioni di PMA.
Come faccio a capire se ho diritto ad accedere a queste prestazioni? A chi posso rivolgermi?
La normativa dispone dei limiti per l’accesso alle procedure di PMA, in termini di età e di numero di tentativi a carico del servizio pubblico; ogni Regione stabilisce questi limiti e i costi relativi alle prestazioni, organizzando il servizio sul territorio attraverso strutture private accreditate o interamente pubbliche. Di seguito i limiti di età, regione per regione.
Età massima |
Regioni |
43 anni |
Piemonte, Friuli V.G. , P.A Bolzano, Basilicata, Lazio, Emilia Romagna |
41 anni |
Valle d’Aosta, Umbria |
42 anni |
Calabria, P.A. Trento, Liguria, Toscana, Sicilia |
45 anni |
Sardegna |
50 Anni |
Veneto |
Nessun limite/secondo indicazione medica |
Lombardia, Marche, Abruzzo, Campania |
Per informazioni ulteriori sul numero di cicli dispensati a carico del SSN nella tua regione, per i tempi di attesa e i costi nel dettaglio, contatta gli sportelli appositi degli uffici di sanità locale (URP ASL e Assessorato regionale alla Sanità), oppure ancora le pagine online che il Ministero/Istituto Superiore di Sanità ha disposto sul tema.
Rubrica realizzata grazie a "Rafforziamo la tutela!", progetto realizzato grazie al contributo non condizionato di Johnson & Johnson Medical