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Comunicati

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Una recente indagine Civica di Cittadinanzattiva sull’esperienza dei pazienti rispetto l’uso dei farmaci biologici e biosimilari ha evidenziato come alcuni fattori incidaono sull’aderenza alle terapie: comunicazione, conoscenza dei farmaci e degli eventi avversi, partecipazione attiva e personalizzazione delle scelte terapeutiche. E infatti i cittadini non sono certi se il farmaco che stanno assumendo sia un biologico o un biosimilare. Il 32,2% ha deciso volontariamente di sospendere la terapia perché le informazioni fornite dal prescrittore non erano state sufficientemente chiare. Vivono con paura e preoccupazione un eventuale cambiamento e chiedono di essere più informati. Prima ancora del profilo di sicurezza ed  efficacia del farmaco (42%) o dei suoi effetti collaterali (38,9%), vogliono conoscere i motivi di un eventuale cambiamento/sostituzione della terapia (64%). Spesso ai loro occhi, il cambiamento della terapia in atto, quando funziona bene ed ha esiti di cura che migliorano la loro qualità di vita, appare poco comprensibile o addirittura ingiustificato.

Uno su dieci ha deciso di sospendere o non intraprendere una terapia, principalmente a causa dello scetticismo, perché la terapia aveva troppi effetti collaterali o non aveva prodotto i risultati sperati, o ancora perché le informazioni sulla terapia non erano state sufficientemente chiare.

“Quello che ancora oggi manca”, ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, “è l’esperienza dei medici; proprio loro, protagonisti di questa nuova Indagine civica, possono dirci cosa ostacoli o faciliti la relazione con i pazienti e, di conseguenza, cosa incida sull'aderenza alle terapie nella loro prospettiva. Invitiamo tutti i medici ad aderire e far sentire la propria voce, partecipando all’indagine: è un segnale chiaro che su questa partita dobbiamo lavorare insieme cittadini e professionisti”

 Per partecipare all'indagine è sufficiente cliccare sul link http://bit.ly/indaginecivica

“È l’occasione giusta per ascoltare  dalla loro stessa voce, se e quanto si sentano liberi nelle scelte prescrittive e quale sia l’impatto delle normative o disposizioni amministrative/aziendali nell’esercizio della pratica clinica quotidiana ed eventuali dissonanze rispetto al Codice deontologico", ha continuato Aceti. "L’indagine permette anche di accogliere  suggerimenti per il migliorare le cose: ad esempio nell’area dedicata alla Farmacovigilanza, si potrà indicare cosa può facilitare la procedura di segnalazione di eventi avversi”.

Lo strumento di indagine è stato realizzato da Cittadinanzattiva, con AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), AMICI ONLUS (Associazione nazionale Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino), ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici), ASSOCIAZIONE MALATI DI RENI ONLUS, CIPOMO(Collegio Italiano Primari Oncologici Ospedalieri), DIABETE ITALIA, FAIS (Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati), FAND (Associazione Italiana Diabetici), FARE (Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi e Provveditori della Sanità), FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), FORUM Nazionale delle Associazioni di Nefropatici, Trapiantati d’Organo e di Volontariato,  SIDeMAST (Società Italiana di Dermatologia e Sifilografia), SIF (Società Italiana di Farmacologia), SIFO-Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), SIN (Società Italiana di Nefrologia), SIR (Società Italiana di Reumatologia), con il contributo non condizionato di ASSOBIOTEC (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie).

 

Alessandro Cossu

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