Secondo i dati più recenti pubblicati dal Ministero dell’Interno, i centri di accoglienza straordinaria, cosiddetti CAS, sono 3.090 ed ospitano quasi 71.000 richiedenti asilo, su un totale di 98.0001. Quindi, a dispetto delle definizioni, per cui si parla variamente di centri o strutture “temporanee” o “straordinarie”, quella dei CAS rappresenta la modalità ordinaria di gestione dell’accoglienza in Italia.
Ed è una modalità di gestione che non è frutto di una contingenza eccezionale, ma palesemente di una scelta, di una scelta di comodo: in Italia si continua da anni a scegliere di governare l’accoglienza con la logica delle soluzioni tampone e degli interventi provvisori e in assenza di una programmazione e di una politica governativa organica, di una strategia di livello nazionale.
Ne è scaturito un sistema ibrido, in cui i CAS, strutture varie ed eterogenee ed affidate in gestione ai soggetti più vari-pubblici, imprenditori privati, realtà del terzo settore ecc.- rappresentano la regola e non l’eccezione. Un sistema pieno di opacità, di mancanza di trasparenza sugli affidamenti, difficile da controllare, foriero di speculazioni di privati che si improvvisano gestori, magari riconvertendo in CAS alberghi o ristoranti, facilmente esposto al pericolo delle infiltrazioni criminali. Una situazione in cui l’ultima preoccupazione riguarda l’effettività dei servizi di accoglienza erogati, se erogati, ai migranti ospiti delle strutture. E questa sembra rimanere anche la prospettiva per il prossimo futuro: nonostante le frequenti dichiarazioni di intenti del Ministero dell’Interno, in particolare del capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione sulle future inversioni di tendenza rispetto alla gestione dell’accoglienza e per le quali i centri temporanei dovrebbero essere gradualmente assorbiti nella rete comunale degli SPRAR, la verità è che si continuano ad aprire nuovi CAS. Se si scorre il rapporto sull’accoglienza, pubblicato a fine 2015 dal Ministero dell’Interno, questa prospettiva si trova esplicitata perfino nelle scelte lessicali, laddove, nell’analizzare i costi legati alla fioritura dei centri di accoglienza in tutte le regioni italiane, si parla di un passaggio “dall’emergenza (con riferimento all’emergenza Nord Africa del 2011) all’ordinaria emergenzialità”. Un ossimoro estremamente significativo.
In questa “ordinaria emergenzialità”, oltre 70.000 richiedenti asilo - il 72% del totale delle presenze - sono distribuiti nei CAS; nonostante questo, non esiste neppure un elenco pubblico di tali strutture straordinarie, della loro ubicazione, di chi le gestisce. Non c’è alcuna trasparenza su affidamenti e gestioni, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto.
Su questa prima constatazione nasce e si sviluppa la campagna inCAStrati, la campagna promossa da Cittadinanzattiva, LasciateCIentrare e Libera, finalizzata a promuovere un’operazione trasparenza sulla gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo in Italia ed a sviluppare forme di controllo civico diffuso sul sistema della cosiddetta accoglienza straordinaria.finalizzata anzitutto ad una richiesta di trasparenza sulla gestione dell’accoglienza.
A partire da giugno del 2015 abbiamo notificato al Ministero dell’Interno e a 106 Prefetture-UTG una serie di istanze di accesso civico, ai sensi del D.lgs 33/13, sulla trasparenza dell’attività della Pubblica amministrazione, della normativa che riconosce a “singoli cittadini ed enti il potere di controllare democraticamente se una amministrazione pubblica abbia adempiuto agli obblighi di trasparenza previsti dalla legge, segnatamente se abbia provveduto alla pubblicazione di documenti, informazioni o dati”
Diversi i casi di strutture improvvisate, come gli hotel, i ristoranti, i vecchi casolari convertiti in centri di accoglienza e dove gli staff risultano spesso impreparati a gestire il fenomeno complesso dell’accoglienza; molte delle strutture visitate sono dotate di un unico operatore per la mediazione, accompagnamento in questura, presso la ASL e in ospedale, distribuzione dei pasti e gestione di eventuali situazioni di malcontento degli ospiti.
1. Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia, aspetti, procedure, problemi. Ministero dell’Interno. Ottobre 2015
2. Così il TAR del Lazio, in accoglimento del ricorso di Cittadinanzattiva contro il MIUR, sul rigetto dell’istanza di accesso civico per la pubblicazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica. Sent. n. 11717/2013.