Il 23 novembre, Ivrea ha ospitato la quarta tappa del percorso “Dalla sanità visibile alla sanità invisibile” promosso da Cittadinanzativa del Piemonte con l’adesione del Collegio Ipasvi di Federfarma, Simeu, Simg, Card, la collaborazione di AMAR Piemonte, CAPeD, CIA e AUSER, il patrocinio della Regione Piemonte, di ANCI e Federsanità del Piemontw,del Comune di Ivrea.
I lavori sono stati aperti da Maria Adele Cattaneo, coordinatore di Cittadinanzattiva di Ivrea e dalla responsabile del Tribunale per i diritti del malato, Giuliana Bonino che hanno illustrato il percorso aperto dalla terza conferenza “Sanità e comunità locali” e la sua attuazione nei distretti sanitari del Canavese. Sono quindi intervenuti il Sindaco di Ivrea, Carlo Della Pepa che ha rappresentato in modo articolato il punto di vista degli enti locali e il dott. Giulio Fornero che ha illustrato le cinque raccomandazioni rivolte all’Italia dall’OMS e gli otto principi cardine della medicina centrata sul paziente.
Si è quindi entrati nel vivo con la presentazione degli undici quesiti predisposti dalla assemblea territoriale di Cittadinanzattiva ai quali hanno replicato le dott.sse Paolina di Bari e Lavinia Mortoni responsabili dei due distretti del Canavese, è seguito un dibattito con l’intervento di varie associazioni locali.
La discussione ha confermato in generale la portata strategica delle trasformazioni previste, sottolineando la loro difficoltà e la loro centralità per il futuro del servizio sanitario. E’ stata anche confermata le necessità di trovare nuove forme di confronto fra tutti i professionisti interessati, i cittadini, le associazioni e gli enti locali per condividere e definire i problemi e individuare percorsi di soluzione innovativi. I temi trattati sono stati quelli tipici della sanità del territorio (organizzazione medicina di base, assistenze domiciliari ecc.) e sono dettagliati nell’allegato. Un’attenzione particolare è stata dedicata al problema delle demenze la cui diffusione, a detta delle responsabili dei distretti, sta assumendo i caratteri di una vera e propria epidemia. Per fare fronte al problema si sta lavorando alla formazione di una rete neurologica ma bisogna fare i conti anche con la complessità di un territorio collinare e montano esteso, con popolazione diffusa, scarsamente dotato di trasporti pubblici e difficile accessibilità dei servizi. Sono indispensabili una nuova organizzazione della medicina di famiglia, l’introduzione di nuove figure professionali, come gli infermieri di comunità, la diffusione della telemedicina, ma è altrettanto indispensabile un coinvolgimento costruttivo delle famiglie, delle associazioni degli enti locali, sia in sede di programmazione sia nelle fasi operative (informazione, formazione, accompagnamento ecc.). Sono già in corso sperimentazioni con le associazioni dei malati di Alzheimer, con i consorzi socio assistenziali e con gli enti locali (in 40 comuni sono già stati istituiti punti prelievo).
Ha concluso il segretario regionale, Alessio Terzi, che ha sottolineato il fatto che la soluzione di questo tipo di problemi non rimanda a rimedi marginali ma coincide con la costruzione della nuova sanità, fondata sui percorsi personalizzati e che, a questo conferisce alle cosiddette aree interne un ruolo di avanguardia.
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