L’uso eccessivo e l’abuso di antibiotici sono considerati le cause della crescita e della diffusione di microrganismi resistenti alla loro azione, con una conseguente perdita di efficacia terapeutica e gravi rischi per la salute pubblica.
Infatti, la resistenza antimicrobica in Unione Europea è un fenomeno sempre più allarmante e diffuso: si stima che ogni anno sia responsabile di 25.000 decessi e comporti la perdita di 1,5 miliardi di euro in termini di costi sanitari supplementari.
La Commissione Europea ha recentemente varato un nuovo piano d'azione per contrastare la resistenza antimicrobica, in cui si inseriscono le linee guida adottate dall'UE sull'uso prudente degli antimicrobici in medicina umana. Destinate a tutti i soggetti (medici, infermieri, farmacisti, direttori sanitari, ecc.) che svolgono un ruolo nell'uso degli antimicrobici, tali linee guida integrano gli orientamenti in materia di prevenzione e controllo delle infezioni che possono esistere a livello nazionale.
Il nuovo piano di azione adottato dalla Commissione si caratterizzerà per l'approccio "one-health" (affronterà, cioè, il problema della resistenza antimicrobica sia nell'uomo che negli animali) e prevederà più di 75 azioni, articolate in tre pilastri principali.
Il primo pilastro mira a fare dell'UE una regione in cui si applicano le migliori pratiche e, quindi, a ridurre i divari per quanto riguarda l'uso degli antimicrobici, la comparsa della resistenza e la misura in cui sono state attuate politiche nazionali efficaci che affrontino il fenomeno.
Il secondo pilastro punta ad ostacolare la diffusione della resistenza antimicrobica mettendo in campo azioni che promuovano la ricerca, incentivino l’innovazione e forniscano un contributo prezioso per l’elaborazione di strategie e provvedimenti giuridici basati su dati scientifici.
Infine, il terzo pilastro riguarda la definizione di un programma di azione su scala mondiale, dove l'Unione Europea si adopererà per potenziare il suo impegno e la collaborazione con le organizzazioni multilaterali ed intensificherà la cooperazione con i paesi in via di sviluppo più colpiti. Nell'ambito della ricerca, invece, l'Unione Europea si baserà sulle sue iniziative internazionali di successo, come, ad esempio, il Partenariato Europa-Paesi in via di sviluppo per gli studi clinici.
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