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Le autorità per la tutela dei consumatori dell'UE e la Commissione Europea hanno inviato una lettera congiunta all'amministratore delegato di Volkswagen per esortare la riparazione rapida di tutti i veicoli interessati dallo scandalo del “dieselgate”.
L'iniziativa fa parte di un'azione coordinata delle autorità per la tutela dei consumatori dell'UE, intesa a garantire che il gruppo Volkswagen rispetti il diritto dei consumatori in seguito allo scandalo e si dimostri proattivo nei confronti dei consumatori interessati, dato che sono ancora molte le segnalazioni di veicoli in attesa di riparazione. 
Volkswagen si era impegnata a riparare tutti i veicoli interessati entro l'autunno 2017. Le istituzioni chiedono, dunque, una relazione dettagliata su quanto sia stato fatto e quanto resti ancora da fare e, al contempo, che l'azienda garantisca di risolvere qualsiasi eventuale problema successivo alla riparazione. 

Contestualmente, Volkswagen dovrebbe informare i consumatori individualmente e comunicare loro informazioni sufficienti perché adottino decisioni ben informate. In linea con la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, le informazioni dovrebbero includere i motivi dettagliati per cui il veicolo deve essere riparato, cosa comporta la riparazione e cosa bisogna fare per far riparare il veicolo, le conseguenze di una mancata riparazione del veicolo.
Anche i proprietari di veicoli di seconda mano e i consumatori che non si rivolgono ai concessionari Volkswagen devono essere debitamente informati.
Inoltre, le istituzioni europee hanno chiesto che anche la misura annunciata dal gruppo Volkswagen di offrire una garanzia per la riparazione sia comunicata attivamente a tutti gli interessati, senza limitare la misura ad alcune parti del veicolo o a un periodo dato, e che sia resa giuridicamente vincolante la garanzia che le prestazioni complessive dei veicoli resteranno invariate dopo la riparazione.

Le autorità per la tutela dei consumatori chiedono a Volkswagen di rispondere entro un mese e di impegnarsi in un dialogo a livello europeo. Spetterà a ciascuno Stato membro decidere il proseguimento dell'azione se l'azienda non reagirà a questa posizione comune o se non si raggiungerà un accordo.
Per maggiori informazioni, clicca qui

 

Sonia Belfiore

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