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La prigione non esiste

Quando si affronta il tema delle carceri spesso siamo difronte ad una narrazione che subisce sempre un filtro fortissimo, istituzionale, morale, censorio, autocensorio. Ancora più forte appare invece il filtro della rimozione, che porta ad un immaginario collettivo delle carceri come non-luogo, quasi a dimenticare che esistano luoghi di detenzione e con essi gli spinosi problemi che li accompagnano, sublimati invece in pubblicazioni sensazionalistiche o in semplificazioni soprattutto televisive.

Ci troviamo dunque di fronte a un paradosso piuttosto curioso: se da una parte l’attenzione collettiva fa di tutto per distogliere lo sguardo dal tema, la visione televisiva privata si nutre, con un buon tasso di morbosità, delle storie di persone che hanno perso la libertà.

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Valentina Ceccarelli

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