Quasi tutte le nostre azioni quotidiane, anche quelle più semplici e comuni, come bere una bibita o acquistare un bene alimentare o un prodotto imballato con carta o plastica implicano la produzione di rifiuti, con pesanti conseguenze sull’ambiente che ci circonda.
Tutti questi rifiuti vanno correttamente differenziati, riciclati o smaltiti. A questo sono deputati i nostri sistemi di gestione dei rifiuti urbani che però, purtroppo, risultano essere molto fragili, caratterizzati da procedure di infrazione in molte regioni italiane (in particolare nel Centro-Sud), carenti di un'adeguata rete di impianti di raccolta e trattamento.
Queste criticità si traducono in livelli ancora elevati di ricorso allo smaltimento in discarica e in bassi livelli di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse, soprattutto per alcune aree del Paese.
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto, nel 2020, il 63%, mentre ancora circa il 20% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. Considerate che avremmo dovuto raggiungere una percentuale di raccolta differenziata del 65% entro il 2012!! (siamo in ritardo di 10 anni!).
Si evidenzia, a tal proposito, come in 25 capoluoghi di provincia i tassi di raccolta differenziata siano ancora al di sotto dell'obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Catania, con percentuale di raccolta differenziata al 9,7%, Crotone al 12% e Palermo al 14,5%.
Conoscere il servizio di gestione dei rifiuti
Per conoscere nel dettaglio il modo in cui è organizzato il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel tuo Comune, procurati la Carta dei servizi. Puoi trovarla sul sito dell’azienda che si occupa del servizio, o presso i suoi sportelli aperti al pubblico. La Carta è il documento attraverso il quale l’azienda dichiara ai cittadini gli impegni che assume per garantire il miglioramento della qualità del servizio sulla base di quanto definito nel Contratto di servizio, stipulato con le Agenzie territoriali Ottimali (ATO), se costituite e operative, o con le Amministrazioni comunali.
All’interno della Carta sono riportati gli indicatori di qualità dei servizi forniti, così da consentire ai cittadini di verificare la rispondenza tra il livello di servizio dichiarato e quello effettivamente erogato, e le forme di tutela a disposizione del cittadino.
Se il servizio di gestione rifiuti della tua città non è efficiente come dovrebbe, traduci la tua insoddisfazione in un reclamo. Nella Carta dei servizi sono indicati gli standard di qualità che sono un tuo diritto. In essa trovi inoltre tutti i contatti a cui presentare reclami per i disservizi subiti.
Attenzione. Se ad esempio i cassonetti per i rifiuti non sono sufficienti nel tuo quartiere oppure non vengono mantenuti integri e puliti, traduci il tuo disagio in reclamo!
Oltre a rappresentare un tuo diritto, il reclamo costituisce un tuo dovere civico in quanto è alla base del cambiamento.
Se vuoi saperne di più, puoi leggere anche il Regolamento per la gestione dei rifiuti urbani adottato dal tuo Comune. Al suo interno troverai informazioni utili su come è organizzato il servizio.
I costi del servizio di gestione dei rifiuti per il cittadino
La TARI (tariffa rifiuti) è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali che producano rifiuti urbani.
Le tariffe sono riferite all’anno solare e si compongono di una quota fissa e di una quota variabile. Le tariffe applicate sono differenti a seconda che si tratti di una utenza domestica (es. familiare) oppure non domestica (es. una attività commerciale).
Per le utenze domestiche, la quota fissa deve essere calcolata moltiplicando la superficie della casa per la tariffa unitaria corrispondente al numero delle persone che la abitano, mentre la quota variabile è costituita da un valore assoluto, vale a dire da un importo rapportato al numero degli occupanti che non va moltiplicato per i metri quadrati dell’utenza e va sommato alla parte fissa.
Alla somma così ottenuta occorre infine aggiungere il tributo provinciale (TEFA), nella misura massima del 5%, corrisposto alla Provincia (o Città Metropolitana) per i servizi che svolge per la protezione, tutela e igiene ambientale.
Le tariffe sono determinate con deliberazione del Consiglio comunale sulla base dei costi individuati e classificati nel piano finanziario, che viene predisposto dal gestore del servizio e approvato dallo stesso Consiglio comunale, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi medesimi.
Ma quanto costa la TARI per i cittadini?
La spesa che i cittadini sono chiamati a sostenere per la raccolta e la gestione dei rifiuti urbani è molto variabile a seconda della città in cui si vive. Secondo le nostre ultime rilevazioni (2022), effettuate sui 112 capoluoghi di provincia e relative ad un nucleo familiare composto da tre persone e abitazione di 100 metri quadri, viene fuori un costo medio di €314 con un aumento del 2,3% rispetto all'anno precedente.
La città più cara è risultata essere Catania, con 594 euro all’anno.
La città meno cara invece è Udine, con 174 euro all’anno.
Leggi il nostro report disponibile a questo link
La governance del servizio: chi c’è dietro il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani
Quando parliamo di gestione dei rifiuti è importante sapere che sono coinvolti diversi soggetti su più livelli. Per intenderci, non solo l’azienda che materialmente raccoglie i rifiuti!
Il settore della gestione dei rifiuti urbani è caratterizzato da una governance multilivello, dove più attori istituzionali sono chiamati ad intervenire, a vario titolo, in tema di pianificazione e controllo delle attività e di determinazione dei costi.
Le competenze sono ripartite su più livelli tra Ministeri, Regioni, Province, Comuni ed Enti di governo dell'ambito, spaziando dalle competenze più generali di indirizzo e coordinamento, fino a ruoli più organizzativi e gestionali che si legano al territorio locale, e più strettamente vicini ai gestori del servizio.
La normativa nazionale prevede l'organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani per Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di dimensione di base provinciale, per consentire il superamento della frammentazione gestionale e raggiungere obiettivi di efficientamento dei costi ed efficacia del servizio.
Alle Regioni è affidato il compito di delimitare gli ATO, all'interno dei propri confini, e individuare contestualmente i relativi Enti di Governo (EGA) ai quali devono obbligatoriamente aderire gli Enti locali.
La regolazione del servizio è in capo all'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) che, dal 2017, ha competenze in materia di regolazione economica-tariffaria e di qualità tecnica e contrattuale, con la finalità di fornire un insieme di regole certe ed omogenee per il miglioramento del servizio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla normativa nazionale ed europea.
Buone eco-abitudini
Ecco alcuni piccoli consigli di buon senso per offrire un contributo concreto alla gestione dei rifiuti nella tua città, contribuendo a ridurre a monte la produzione di rifiuti:
- acquista frutta e verdura locale e di stagione, così ridurrai trasporti e imballaggi;
- prediligi prodotti realizzati con materiali riciclati;
- acquista detersivi e detergenti alla spina o biodegradabili;
- nell’acquisto di prodotti confezionati, prediligi quelli con imballaggi meno voluminosi e più facili da differenziare;
- evita i sacchetti in plastica per trasportare i tuoi acquisti e prediligi le sportine di tessuto;
- riduci l’utilizzo di stoviglie in plastica, preferendo quelle riutilizzabili;
- riduci lo spreco della carta stampando o fotocopiando su entrambi i lati del foglio;
- differenzia sempre i rifiuti (plastica, vetro, carta, alluminio, frazione organica, ecc.);
- non usare le strade, le spiagge, i parchi della tua città come discariche.
Campagna informativa finanziata dal MISE, legge 388/2000 – ANNO 2021