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Approfondimenti

Pubblicata la Relazione annuale sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2023 dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Sul sito dell’ARERA (www.arera.it) è possibile consultare i due volumi della Relazione.

Il quadro di riferimento italiano è stato caratterizzato da una particolare attenzione sulla fine del mercato tutelato per gli utenti domestici gas. In Italia molti degli interventi, che hanno impiegato ingenti risorse pubbliche, hanno continuato a garantire un contenimento dei prezzi che, nonostante i cali registrati rispetto al picco del 2022, non tornano ai livelli pre-crisi.

Nonostante la fine tutela gas, maggiori richieste di informazioni e problematiche si sono registrate nel settore elettrico.

Nel panorama dei venditori si è registrata per la prima volta una diminuzione del numero sia per il gas che per la luce ed è risultato migliorato il livello di concentrazione, soprattutto nel gas in cui il primo operatore storico è stato superato per quote di mercato.

Lato ambiente, proseguono gli investimenti programmati nell’idrico, le cui tariffe, come per i rifiuti, aumentano a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo dell’energia.

 

SERVIZI ARERA PER I CONSUMATORI

Bonus sociali

Sono oltre 7,5 milioni i Bonus sociali riconosciuti nel 2023 con un allargamento della platea dei beneficiari per contrastare il caro-energia. Nel 2023 sono stati riconosciuti 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti. Al 31 dicembre 2023 i nuclei familiari con bonus attivo per disagio fisico erano +24% rispetto al 2022.

Con la fine del 2023 è terminato il sistema di rafforzamento del bonus sociale in vigore negli ultimi 2 anni, che ne aveva esteso la platea dei beneficiari, tornando nel 2024 ai normali valori Isee per poterne usufruire. La legge di Bilancio 2024 invece ha previsto il proseguimento del contributo straordinario crescente con il numero dei componenti familiari e applicato in automatico a chi già riceve il bonus elettrico.

Sportello per il consumatore energia e ambiente

Nel 2023 25,5 milioni di euro sono stati recuperati dalla conciliazione ed è stato registrato un aumento delle chiamate riguardanti luce e gas (97% sul totale). La tematica del bonus social è quella più ricorrente con il 67% dei contatti. I primi cinque argomenti oggetto delle richieste relative ai settori energetici sono stati: bonus sociale (45%), fatturazione (14%), mercato (12%), contratti (11%) e morosità e sospensione (7%).

Il Servizio conciliazione ha registrato un aumento del 34% delle domande ricevute. Sono il 27% le domande di conciliazione presentate delle associazioni CNCU. La maggioranza dei casi riguarda le utenze domestiche (76%).

Infine, nel 2023, a seguito di un percorso pluriennale, è stato reso operativo il tentativo obbligatorio di conciliazione per gli utenti finali dei settori idrico e del telecalore (attuazione a regime del sistema di tutele individuali) ed è stato avviato il procedimento per estendere gradualmente i servizi dello Sportello anche agli utenti finali del settore dei rifiuti.

Reclami

I maggiori problemi per i clienti fanno riferimento all’elettricità e alla fatturazione. In particolare nel 2023 il 61,8% dei reclami inviati alle imprese è riconducibile a clienti del settore elettrico. Il 32,2% a quelli del gas e il 5,9% a quelli dual fuel. I principali argomenti riguardano la fatturazione (42,1%), i contratti (16,53%), il mercato (14,02%) e la morosità (8,7%).

Nell’anno sono stati pagati oltre 65 mila indennizzi ai clienti, principalmente per ritardi nella risposta ai reclami (97%), per un importo complessivo di oltre 2,8 milioni di euro.

Dall’indagine di customer satisfaction, condotta annualmente dall’Autorità circa la qualità delle risposte ai reclami scritti e alle richieste di informazioni, emerge che il 57,6% dei clienti si è dichiarato soddisfatto delle risposte ai reclami.

 

ELETTRICITA’

I prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici nel 2023 in Italia registrano aumenti del +6% ben lontani dal +40% dell’anno precedente.

L’aumento del prezzo lordo in Italia è dovuto principalmente alla componente oneri e imposte che, rispetto ai 12 mesi precedenti, ha subito sensibili variazioni (+54,4%) per la progressiva reintroduzione degli oneri generali in bolletta.

In particolare, nella classe di consumo intermedia DC (consumi da 2.500 a 5.000 kWh/a), che è rappresentativa del cliente domestico italiano, si osserva che il prezzo lordo in Italia è aumentato solo del 5,9% a fronte di incrementi più elevati negli altri Paesi. Considerando i valori al lordo delle imposte, le famiglie italiane con consumi in questa classe si posizionano al secondo posto tra quelle che pagano di più subito dopo le famiglie tedesche.

Consumi, produzione e rinnovabili

I consumi di energia elettrica hanno subito una riduzione del 2,9% (nel settore domestico -3%).

La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale e per il 16,8% dal saldo con l’estero (il valore più alto dall’inizio del secolo).

Nel 2023 le importazioni hanno registrato un +15% rispetto all’anno precedente mentre le esportazioni sono diminuite in misura percentualmente (-24,6%) di conseguenza l’incremento del saldo estero è risultato amplificato: rispetto al 2022, infatti, l’elettricità estera entrata nel sistema italiano è aumentata del 19%.

Nel 2023 il gruppo Enel si conferma il primo produttore con una quota del 16,9% (in calo rispetto al 18% del 2022) seguito da Eni al 9,5% (stabile rispetto al 2022), che risulta al primo posto per generazione termoelettrica (16,5% contro il 15,2% di Enel).

Enel si è confermata anche il primo operatore nella produzione da fonti rinnovabili. Tra i principali 15 gruppi che hanno contribuito alla produzione da energia rinnovabile restano rilevanti, pur se in diminuzione rispetto al 2022, le quote nell’eolico di Erg (10,6% contro 11,5% del 2022) e di Edison (9,4%, invariata rispetto all’anno precedente) e la quota nelle bioenergie di A2A (14,7% rispetto al 13,3% nel 2022).

Complessivamente, per l’anno 2023, i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili sono risultati pari a circa 7 miliardi di euro.

Maggior tutela e mercato libero

Al 1° luglio 2024 i clienti vulnerabili in Maggior Tutela sono 3,6 milioni mentre sono 8,4 milioni i clienti vulnerabili che hanno scelto il mercato libero. I clienti non vulnerabili transitati automaticamente nel servizio a tutele graduali sono anch’essi circa 3,6 milioni mentre sono circa 14,7 milioni quelli nel mercato libero. Al 1° luglio 2024 la quota del mercato libero risulta pari al 76,5%.

Dall’analisi dei consumi sotto il profilo geografico emerge che nel 2023 la quota delle famiglie che acquistano l’elettricità nel mercato libero ha superato il 65% in tutte le regioni (nel 2022 erano solo otto).

Nel 2023, il numero dei venditori attivi scende per la prima volta da 806 del 2022 a 765.

Il gruppo Enel rimane, come sempre, l’operatore dominante del mercato elettrico italiano.

Lo scorso anno, il 66,8% dei clienti domestici ha sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso mentre il 33,2% ha scelto uno a prezzo variabile: nel 2022 queste percentuali erano rispettivamente 76,7% e 23,3% probabilmente anche in conseguenza della diminuzione per tutto il 2022 (e per la prima parte del 2023) della disponibilità di contratti a prezzo fisso. Inoltre, su fronte dei prezzi, il calo registrato nel 2023 ha avuto un impatto significativo sui contratti a prezzo variabile: i clienti domestici hanno pagato mediamente 227,33 €/MWh per la componente energia, circa 150 €/MWh in meno rispetto al 2022.

In tema di prezzi ai clienti domestici si osserva, comunque che dopo la parentesi del 2022, il mercato libero presenta nuovamente valori superiori al servizio di maggior tutela, salvo che per i clienti con i consumi annui più elevati.

 

GAS

Il 2023 ha visto una contrazione dello 0,69% dei consumi mondiali di gas, ma in Europa il calo è stato più significativo. Considerando i primi cinque mercati dell’Unione europea, la riduzione dei consumi più importante si è osservata in Francia (-11,7%), in Italia (-11,2%) e in Spagna (-10,2%), mentre per i Paesi Bassi la contrazione è stata del 4,9% e per la Germania del 3,5%.

Nel 2023 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio dopo un periodo di shock, con i prezzi del gas saliti dai minimi del 2020, durante la pandemia di COVID-19, a massimi record nel 2022, nel contesto della crisi energetica in Europa. I prezzi spot del gas hanno registrato un notevole calo dovuto principalmente a due inverni miti consecutivi, ma la “nuova normalità” li fa rimanere superiori alle medie storiche.

Consumi

Nel 2023 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7 miliardi di metri cubi. La produzione nazionale di gas naturale ha registrato l’ennesima diminuzione (-12,2%).

A seguito delle sanzioni imposte dall’Ue, le importazioni di gas dalla Russia si sono quasi azzerate nell’arco degli ultimi due anni: dai 29,2 mld m3 del 2021, infatti, nel 2023 si sono ridotte a 2,9 mld m3. La quota di gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale è passata dal 40% del 2021 al 4,7% nel 2023. La sostituzione del gas russo è avvenuta in parte aumentando i quantitativi di gas che giungono in Italia via tubo dagli altri paesi con cui l’Italia è collegata (principalmente quelli dall’Algeria e dall’Azerbaigian) e in parte accrescendo la quota di gas naturale liquido che arriva in Italia attraverso le navi metaniere.

Arretra notevolmente Eni, che rimane al primo posto delle imprese importatrici, con una quota di mercato del 32,3% (41,9% nel 2022).

Venditori

Nel 2023 il numero di venditori attivi nel mercato al dettaglio è diminuito per la prima volta dall’inizio degli anni 2000 in misura consistente (-34 rispetto al 2022) arrivando a un totale di 481 imprese attive.

Nel 2022 il livello della concentrazione nel mercato della vendita finale è leggermente diminuito. I primi tre gruppi controllano 41,9% mentre nel 2022 la quota era pari al 44,3%. Il gruppo Eni (13,7%), per la prima volta non risulta in prima posizione, essendo stato superato, nei quantitativi di vendita complessivi, dai due gruppi storicamente inseguitori, Edison (14,3%) ed Enel (13,9%).

Considerando solo il settore domestico si può osservare che la quota di volumi acquistati sul mercato libero nel 2023 ha raggiunto il 74,1% per le famiglie e l’89,6% per i condomini (entrambi i valori al netto degli autoconsumi).

Prezzi

Nel 2023 i prezzi italiani del gas naturale per usi domestici sono divenuti più bassi della media dei prezzi nell’Area euro. Più precisamente, mentre nel 2022 i consumatori italiani pagavano il 13% in più del consumatore medio dell’Area euro, nel 2023 hanno pagato l’8% in meno. La proroga degli interventi pubblici, i cui effetti sulle bollette del gas si sono quasi interamente esauriti a fine aprile 2023 (ad eccezione dell’Iva agevolata al 5% fino a fine anno), ha praticamente azzerato la voce oneri, imposte e tasse compensando l’aumento dei prezzi lordi in Italia.

 

SERVIZIO IDRICO

Nel corso del 2023 l’Autorità ha proseguito le istruttorie volte all’approvazione dell’aggiornamento biennale (2022-2023) delle predisposizioni tariffarie. Alla data del 31 dicembre 2023, gli atti di determinazione tariffaria adottati dall’Autorità, per il biennio 2022-2023, hanno riguardato complessivamente 67 gestioni, interessando 30.830.746 abitanti.

Spesa media, perdite idriche e sistema fognario

Nel 2023, la spesa media sostenuta da una famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 m3, risulta a livello nazionale pari a 345 euro/anno (2,30 euro per metro cubo consumato). Il dato vede un valore più contenuto nel Nord-Ovest (254,5 euro/anno) e più elevato nel Centro (421,8 euro/anno). Il valore, invece, si ferma a 367 euro/abitante nell’area Sud e Isole. Guardando le voci che compongono la bolletta degli utenti domestici, sempre con consumi pari a 150 m3/anno, risulta che il 38,8% circa della spesa è imputabile al servizio di acquedotto, per il quale si spendono a livello nazionale 133,7 euro/anno, il 12% è invece attribuibile al servizio di fognatura (41,4 euro/anno) e il 29,5% a quello di depurazione (101,9 euro/anno). Infine, la quota fissa pesa per il 10,6% (36,6 euro/anno) e le imposte per il 9,1% (31,4 euro/anno).

Nel 2023 a livello nazionale il valore delle perdite idriche si attesta in media a 17,9 m3/km/gg e al 41,8%, con valori più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole. Lo stesso disallineamento a livello territoriale si riscontra anche nei dati relativi alle interruzioni di servizio, fortemente condizionati da alcune situazioni critiche a livello territoriale. Quasi il 60% della popolazione è servito da gestori che hanno garantito una buona continuità del servizio di erogazione, evidenziando una durata delle interruzioni inferiore alle 3 ore/anno per utente.

In media, tuttavia, a livello nazionale il valore del macro-indicatore si attesta a circa 59 ore/anno ad utente. Le maggiori difficoltà nel mantenimento di adeguati livelli di continuità del servizio sono localizzabili nell’area meridionale e insulare, dove è stato registrato un valore medio di interruzioni per utente all’anno pari a 227 ore mentre i valori risultano mediamente più bassi nel Nord Ovest e nel Nord Est (entrambi al di sotto dell’ora) e al Centro (29,4 ore/anno ad utente).

Infine, per quanto riguarda il sistema fognario, il dato medio sulla frequenza degli allagamenti e sversamenti da fognatura è risultato pari a 5,0 ogni 100 km di rete fognaria (con un picco di 11 ogni 100 km nel Sud e Isole).

 

RIFIUTI

Nel 2022 la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata pari a circa 29,1 milioni di tonnellate in calo dell’1,8% rispetto al dato 2021. Si conferma il trend di crescita della raccolta differenziata, che aumenta più di un punto percentuale rispetto al 2021, passando dal 64% al 65,2% (in termini quantitativi quasi 19 milioni di tonnellate di rifiuti differenziati).

A livello territoriale, le regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest mantengono alti livelli di raccolta differenziata, confermando anche per il 2022 il superamento dell’obiettivo del 65% previsto per il 2012 dal decreto legislativo n. 152/06, con risultati pari rispettivamente al 74,3% e al 69,8% della produzione totale dei rifiuti urbani prodotti, mentre il Centro si attesta al 61,5% e il Sud e le Isole al 57,5%.

TELERISCALDAMENTO

Si conferma il trend di crescita del teleriscaldamento e del teleraffrescamento. Le 5 regioni del nord Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano, da sole, oltre il 95% dell’energia termica erogata. Il gas naturale si conferma la fonte energetica nettamente prevalente con il 69,8% del consumo energetico complessivo, tra le altre fonti portano un contributo significativo i rifiuti (16,1%) e le bioenergie (biomasse, biogas e bioliquidi, al 10,7%). Il numero di imprese operanti su reti di telecalore è pari a 255 (258 un anno fa).

L’energia distribuita dalle reti di telecalore è utilizzata principalmente per la climatizzazione ambientale (riscaldamento e raffrescamento) e la produzione di acqua calda a uso igienico-sanitario, mentre è marginale l’utilizzo in processi industriali.

A seguito del significativo incremento dei prezzi del servizio registrato a partire dall’ultimo trimestre 2021 l’Autorità ha avviato un’indagine conoscitiva i cui esiti sono stati trasmessi nel novembre 2022 a Governo e Parlamento. Alla luce dei dati esposti, nel 2023 il Governo ha disposto l’estensione a tutte le reti di teleriscaldamento di tariffe regolate da ARERA (già previste per alcune tipologie di reti). L’Autorità ha, quindi, definito un primo quadro di regole transitorie per il 2024, in attesa del completamento del Metodo tariffario definitivo previsto a partire dal 2025.

Aggiornamento ai consumatori finanziato dal MIMIT. D.M. 6/5/2022 art. 5

Redazione Online

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