Il quadro che emerge è quello di una profonda difformità nei servizi a disposizione dei cittadini con una conseguente disuguaglianza nei diritti garantiti. liste di attesa sempre lunghe per l'attivazione dei servizi a domicilio, a cominciare dalla fisioterapia e dalla fornitura di carrozzine e farmaci, al punto che un cittadino su dieci lamenta di dover spendere anche 1000 euro al mese per sopperire di tasca propria alle carenze del Servizio Sanitario Nazionale.
E' stato presentato a Roma "Fuori dall'ospedale, dentro le mura domestiche. Monitoraggio dei servizi sul territorio", realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il contributo non condizionato di ABBVIE.
Sigle e modelli diversi per definire le unità che si occupano di cure territoriali, offerte di servizi disomogenee, assistenza domiciliare non per tutti e a rischio sotto il profilo della qualità e quantità. Per fare alcuni esempi, i Centri diurni per la salute mentale sono in media 29,8 per Regione (sul campione intervistato) ma si va dai 3 del Molise ai 69 della Toscana passando per i 21 di Puglia e Piemonte e i 28 dell’Emilia Romagna. Idem per i Centri per l’Alzheimer che vanno dall’1 del Molise ai 109 del Veneto con 4 in Campania, 8 in Puglia e 11 in Umbria. E il 40% delle Regioni intervistate è sprovvisto di Centri diurni per persone con autismo.
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