Quando si pianifica e si realizza un'operazione come lo sgombero dell'edificio occupato in via Curtatone a Roma, sbattendo per strada decine di famiglie di profughi, improvvisamente e senza programmare soluzioni alternative per sistemare dignitosamente centinaia di persone, tra cui tanti minori, neppure nell'immediato; quando lo si fa determinando inevitabilmente e prevedibilmente un problema di ordine pubblico, quasi a precostituire un alibi a giustificare le violenze in cui sedare le inevitabili e conseguenti proteste, violenze puntualmente verificatesi e consumate in uno spettacolo indegno e inumano, con le cariche, i manganelli e gli idranti contro donne e bambini sotto gli occhi attoniti dei turisti nel cuore di Roma;
quando lo si fa nel mese di agosto, contando sul calo dell'attenzione dei cittadini e della capacità di vigilanza delle organizzazioni della società civile; quando lo si fa invocando un concetto di legalità apparente che si risolve nella difesa di una speculazione immobiliare e che si svuota e si slega dalla tutela dei diritti umani, allora occorre preoccuparsi sul serio." Queste le dichiarazioni di Laura Liberto, coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva: "I fatti di Roma-prosegue Liberto- sono l'ulteriore segnale di scelte politiche precise di cui non si salva niente (dai decreti Minniti-Orlando all'attacco alle Ong, solo per fare alcuni esempi) e fanno il paio con la decisa svolta di questo governo che pare aver abbandonato ogni progetto che guardi anche all'accoglienza.
Di fronte all'emergenza creata con questo sgombero occorre anzitutto che tutte le amministrazioni, a cominciare dal Comune di Roma, finora latitante, trovino immediatamente una sistemazione dignitosa per le centinaia di rifugiati improvvisamente rimasti senza casa.
Al contempo e' necessario che si abbandoni la strada di di operazioni simili, gia' ventilate nei giorni scorsi, in altri quartieri di Roma.
L'alternativa e' una deriva sempre piu' pericolosa, che dovrebbe richiamare tutti ad una necessaria resistenza e far tornare attuali le parole di Piero Calamandrei: al nostro posto ci ritroverete.."