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A dieci anni dalla morte di Stefano Cucchi finalmente una pronuncia che rende giustizia e restituisce fiducia nella Magistratura. Così commenta Cittadinanzattiva che sin dal primo momento è stata parte civile nel processo, rappresentata dall'avvocato Stefano Maccioni. 

"Oggi, per la prima volta si scrive in una sentenza che Stefano Cucchi fu ucciso in seguito al  pestaggio dei carabinieri che lo avevano in custodia.  Questa pronuncia rimette le cose a posto, attribuisce responsabilità chiare e rende giustizia a Stefano, ai suoi familiari, ai cittadini. Conferma che è possibile farlo sempre, anche quando sul banco degli imputati ci sono persone appartenenti alle forze dell’ordine", dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti - Cittadinanzattiva.

"Un risultato che si deve al coraggio, alla determinazione “ostinata e contraria” di Ilaria Cucchi e dei suoi genitori, alla loro capacità, da “cittadini attivi” esemplari, di trasformare il dolore in forza e rendere questa battaglia una battaglia di tutti e per tutti.  E, per questo, in grado di generare e mobilitare un’ondata di solidarietà e sostegno di tanta parte della società civile, tra organizzazioni e singoli cittadini che vi si sono riconosciuti e che nel corso degli anni è sempre più cresciuta. Noi di Cittadinanzattiva ci siamo da sempre. Oggi particolarmente orgogliosi di essere parte civile in questo processo e di aver così contribuito a ricostruire, nell'interesse di tutti, la verità".

Ufficio Stampa

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