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Servizio idrico: restituzione all’utente quota depurazione se il sistema è obsoleto e non funzionante. Cittadinanzattiva accoglie con favore la sentenza della Corte di Cassazione

A fronte di un sistema di depurazione “obsoleto e notoriamente non funzionante”, la Regione Campania dovrà restituire ad una contribuente la quota pagata per il servizio di depurazione, servizio in realtà non erogato. È quanto stabilisce la sentenza n. 3314-2020 della Corte di Cassazione con la quale viene respinto il ricorso della Regione. 
Accogliamo con favore questa sentenza in quanto, a fronte del pagamento di un corrispettivo, l’utente ha il diritto di poter fruire di un servizio di qualità, in un quadro generale secondo il quale il gestore può definire l’importo della tariffa anche in base al livello effettivo di servizio erogato”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
A beneficio dei consumatori, si ricorda che si ha diritto all’esenzione dal pagamento della quota di depurazione a fronte di un depuratore assente o non funzionante.

Nota dolente è che ancora oggi, a fronte di altri provvedimenti precedenti, multe dell’Antitrust (già a partire dal 2010) e varie sentenze, non sia ancora  un automatismo nel riconoscimento del diritto dei consumatori ad essere esentati automaticamente dal pagamento di un servizio in realtà non erogato”.

Per i cittadini che avessero bisogno di informazioni, Cittadinanzattiva mette a disposizione il suo servizio gratuito allo 0636718040 (disponibile il lunedì dalle 14,30 alle 17,30, il mercoledì e il venerdì dalle 10 alle 13), sviluppato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi del DM 7 febbraio 2018.

Ufficio Stampa

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